Metro in tilt e ordinaria follia. Nelle navette come in carri bestiame
Metropolitana in tilt per una domenica di straordinaria follia. E meno male che il problema della possibile ripresa del contagio. doveva essere legato alla manifestazione unitaria del centrodestra del 2 giugno. Forse però qualcuno si era dimenticato delle potenzialità dell’ATAC. Che dopo le polemiche per le sanificazioni dei bus e delle metropolitane e per come sta gestendo la fase 2 del trasporto pubblico domenica pomeriggio ha toccato il fondo. Proprio quando tantissima gente ha deciso finalmente di uscire di casa. E di farsi una bella passeggiata al centro di Roma. Un semplice e gradito ritorno alla normalità con gel igienizzante in tasca e mascherina. Che si è trasformato in un incubo per chi ha scelto di muoversi con il mezzo pubblico. Infatti dalle 17.30 di domenica è andata in tilt la linea A della metropolitana. Seguita dopo appena un quarto d’ora dalla B. Per cause diverse sembrerebbe. Un guasto tecnico sulla linea rossa, un tentato suicidio sulla blu. Ma gli effetti sono stati identici, caos e resse incredibili. Con le navette sostitutive assolutamente insufficienti per far salire tutti i passeggeri. Proprio quando molti volevano rincasare. E sul web sono subito esplose le polemiche. Insieme a qualche racconto di chi ha voluto condividere la sua particolare odissea.
Metro in tilt, il racconto di Francesca. Me la sono fatta a piedi e sulle fermate soppresse solo un pezzo di carta
Domenica dopo quattro mesi avevo deciso di farmi una bella passeggiata ai Fori Romani, racconta Francesca al sito odisseaquotidiana. All’andata tutto a posto, ho preso la metro B da casa mia e in 15 minuti ero al centro. Ma al ritorno è stato un incubo. Tutte le stazioni chiuse senza che nessuno lo segnalasse. Nemmeno uno straccio di avviso, un canterello o qualche addetto a dare spiegazioni. Semplicemente il nulla. Con la metro in tilt. Roma non è una piccola cittadina, ha continuato il suo racconto Francesca. E non si può decidere di punto in bianco di andare a casa a piedi. Ho cercato di raggiungere le fermate degli autobus più vicine, ma purtroppo le prime due erano soppresse. Anche qui nessuna spiegazione, solo un foglietto svolazzante messo sulla palina. Eppure avevo seguito il gps del mio smartphone per cercare di orientarmi verso l’autobus più vicino. Alla fine ho dovuto camminare per più di due chilometri, ha concluso la malcapitata cittadina. E buon per lei che le è stato possibile, aggiungiamo noi. Per molti invece l’incubo peggiore sono state le navette in ritardo e strapiene. Scene di gente appesa a grappolo ai mancorrenti. Con la mascherina certo. Ma talmente vicini che le facce si sfioravano. Assurdo, e anche molto pericoloso. Un guasto ad una linea può capitare, ma chi cura il servizio deve anche saper gestire l’emergenza. E sembra proprio che questa domenica non sia successo.
Dopo quasi due ore di panico, alla fine la linea B ha ripreso a funzionare da domenica alle 19.30. Mentre per la A nella tratta Termini Anagnina Battistini si sono dovute attendere addirittura le 21. Diciamo che anche sulle inefficienze del servizio pubblico si è trattato di un amaro ritorno alla normalità.
https://www.odisseaquotidiana.com/2020/06/lodissea-domenicale-di-francesca.html