Migranti, l’Italia cambia marcia. Asilo sì, invasione no

Matteo Piantedosi, neo titolare del Ministero degli Interni, ieri in qualità di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, ha emanato una direttiva ai vertici delle forze di polizia e della Capitaneria di porto. Perché informino le articolazioni operative che il ministero degli Affari esteri, con note verbali alle due ambasciate degli Stati di bandiera (Norvegia e Germania), ha rilevato che le condotte delle due navi Ocean Viking e della Humanity 1 attualmente in navigazione nel Mediterraneo non sono “in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale”.

Le condotte, sulla base dell’articolo 19 della Convenzione internazionale delle Nazioni unite sul diritto del mare, saranno valutate. Ai fini dell’adozione da parte del titolare del Viminale, in qualità di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, del divieto di ingresso nelle acque territoriali. Per loro dunque, e per i migranti a bordo,  i porti potrebbero restare chiusi.

Piantedosi annuncia misure drastiche contro l’immigrazione clandestina e le baby gang

Le navi ONG che battono bandiera di altri Paesi, devono rispondere a questi per i migranti a bordo

Piantedosi ieri, in un intervallo dei lavori alla Camera, ha chiarito la posizione, anche in termini giuridici, alla Stampa. “Non intendo abbandonarmi alla rassegnazione. Ho voluto battere un colpo per riaffermare un principio: la responsabilità degli Stati di bandiera di una nave. Ero vicecapo di gabinetto ai tempi di Maroni e fummo condannati dalla Corte di Strasburgo per illecito respingimento. Il famoso caso Hirsi. L’intera sentenza ruotava attorno al principio che se un migrante sale su una nave in acque internazionali, tutto il resto è responsabilità del Paese di bandiera. Questo principio vale solo per l’Italia e non per Germania e Norvegia?”.

Meloni, ‘non ho cambiato idea’. Attuiamo il progetto Ue ‘Sophia’ e aiutiamo gli africani nella loro terra

“Non c’è nessuna volontà di mettere in discussione il diritto di asilo, per me è sacro. Parliamo di immigrazione. Si è fatto entrare centinaia di migliaia senza preoccuparsi che finivano a spacciare o nella prostituzione. Non ho cambiato idea su niente, purtroppo… La verità è che li fanno a condizioni che gli italiani non vogliono accettare. L’immigrazione incontrollata è stata uno strumento nelle mani di grandi concentrazioni economiche per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori. Questa non è solidarietà”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica al dibattito della Camera, affrontando il tema dell’immigrazione.

“Il tema è questo. L’immigrazione illegale di massa non controllata da adeguati flussi, serviva perchè gli immigrati avrebbero fatto lavori che gli italiani non volevano fare. Un principio sbagliato. Se accogli qualcuno nella tua comunità non lo accogli per essere un lavoratore di serie B ma per dargli la stessa vita che vuoi dare ai cittadini italiani. Ed è per questo che i flussi vanno governati”. Ed “è una vergogna lo sfruttamento in nero dei migranti in agricoltura. Ci sentiamo impegnati a dare risposte su questo. Quanto al piano per l’Africa “dite che c’è già stato? Allora non è quello cui penso io. Parlo da tempo con diverse organizzazioni di partioti africani, e neanche loro se ne vogliono andare da casa loro. La lotta alla fuga di cervelli vale per gli italiani, ma deve valere anche per gli africani”.

In mattinata Meloni aveva detto che l’obiettivo del suo governo sull’immigrazione sarà “fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo”. Poi, aveva aggiunto. “Se non volete che si parli di blocco navale lo dirò così: è nostra intenzione recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell’Unione europea. Che nella terza fase prevista, anche se mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal nord Africa”