Monfalcone, la battaglia solitaria del sindaco Cisint contro la radicalizzazione islamica
Con ancora negli occhi le immagini dell’attacco terroristico del 7 ottobre, perpetrato da Hamas ai danni di Israele, assistiamo quotidianamente anche in Italia a manifestazioni di solidarietà per la Palestina contro lo Stato di Israele, anche con slogan e bandiere inneggianti Hamas. Da piu fronti si avverte del forte rischio di radicalizzazione Islamica e del conseguente rischio della formazione di cellule terroristiche, ma per tutta risposta si propone una commissione per istituire il reato di “islamofobia”.
Monfalcone, una difficile quotidianità
Tutti vediamo le nostre città invase dal degrado, le stazioni rese quasi impraticabili, stupri, spaccio, violenza, insicurezza e paura.C’è un sindaco in Italia che denuncia tutte queste situazioni da anni: è la leghista Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, città diventata negli anni simbolo di resilienza. Siamo venuti qui , dove le polemiche infuriano da tempo, per chiedere cosa sta succedendo a chi vive ogni giorno queste situazioni e le contrasta con grande impegno .
Sindaco Cisint, la manifestazione pro Palestina svoltasi recentemente a Monfalcone ha riacceso l’interesse su questioni che qui si vivono e si denunciano da anni. E’ stato un preoccupante segnale di una islamizzazione sempre più integralista, e un invito alla massima attenzione per scongiurare la radicalizzazione e il possibile rischio di infiltrazioni terroristiche. Quali sono i numeri reali, cosa sta subendo il territorio?
Monfalcone è cresciuta molto demograficamente, in questo anno il 2023 abbiamo superato i trentamila abitanti, un terzo dei quali immigrati. Questo significa circa diecimila persone, di cui, dai circa settemila sono bengalesi musulmani. Poi ci sono altre comunità ma non generano alcun problema di integrazione. Purtroppo abbiamo riscontrato questo dato quando la provenienza è musulmana: il processo di integrazione non avviene mai perché lo rifiutano.
Situazioni come queste non nascono dall’oggi al domani, devono esserci delle responsabilità. Quanto ha influito il sistema Fincantieri a incentivare, se non addirittura a creare, queste situazioni?
Fincantieri ha scelto, contrariamente alla maggior parte delle aziende che spostano la produzione altrove, di delocalizzare al contrario. Portando a lavorare a Monfalcone la mano d’opera piu povera dai villaggi piu poveri, così sono arrivati come una marea dai villaggi bengalesi e hanno iniziato a formare famiglie. Hanno iniziato a lavorare creando, non certo per colpa loro ma di chi ha fatto questa scelta, un dumping giuridico e salariale rendendo ovviamente molto meno attrattiva quella attività. Da madre non vorrei che mio figlio andasse a lavorare per cinque o sei euro l’ora come succedeva spesso qui, ma questo ha generato l’arrivo sempre piu consistente di cittadini che per un lungo periodo sono stati i lavoratori di Fincantieri.
Che situazione avete trovato al momento del vostro insediamento?
Nel 2017, abbiamo trovato una città in ginocchio, asservita ai poteri forti e prigioniera dell’ ideologia prevalente porte aperte comunque senza pensare a un modo per dare risposte e certezze sia ai cittadini sia ai lavoratori, senza pensare a come poterli integrare. C’è anche un altro aspetto, la norma sui ricongiungimenti è troppo morbida, attualmente è una delle piu permissive d’Europa. Per venire in Italia basta avere un contratto di lavoro a tempo determinato di un anno. Succede anche che per fare arrivare la persona desiderata in Italia le si procura per finta un contratto di lavoro, in un qualsiasi bar, in una delle tante attività acquistate da questa comunità. Da quel momento si possono fare arrivare a vivere in Italia due persone. Qui è iniziata l’invasione
Si possono gestire in maniera piu efficente e razionale il bisogno di mano d’opera e la tanto enfatizzata mancanza di lavoratori?
Questa è una battaglia che combatto dal primo giorno del mio mandato, è dura, faticosissima, io sono solo il sindaco, però alcune cose le abbiamo ottenute: la costruzione di una scuola materna, l’applicazione ai tempi delle responsabilità sociali e molto altro. Il punto è il sistema produttivo, ossia chi chiami a lavorare. Oggi va per la maggiore la teoria secondo la quale non ci sono i lavoratori in Italia. Certo, se l’offerta è il nulla. Come accennato prima , cinque euro l’ora è piu simile alla schiavitù, quindi il numero di lavoratori attratti da queste condizioni cala inevitabilmente, ma la produzione deve continuare.
Lei parlava di un sistema “Italia Corta”: di che si tratta esattamente?
Abbiamo ottenuto grazie anche all’aiuto del viceministro Gava, che è del territorio, un tavolo nazionale nel quale il ministero del Lavoro ha suggerito alla governance di Fincantieri di utilizzare le piattaforme nazionali e regionali per assumere personale. Stiamo pensando a un sistema di Italia Corta. Se immaginiamo di avere dei lavoratori per esempio dall’Abruzzo come si può fare per farli lavorare senza sradicarli dai loro territori? Si può pensare di creare un sistema di residenze, di trasporti, si possono fare lavorare due settimane e poi rientrano a casa. Insomma bisogna trovare il modo per rimettere in moto i lavoratori italiani. Credo che questa città si possa salvare solo così. Fare in modo di evitare che arrivino in Italia da ogni dove, perché il loro obbiettivo ,e lo dico senza timore, è la sostituzione etnica.
Nelle classi elementari e medie ci sono percentuali altissime di immigrati,andiamo dal 69 % fino ad alcune classi con il 90%. Cosa non ha funzionato?
L’integrazione è un fallimento, non sono per nulla interessati, non imparano neanche la lingua. I musulmani piu sono integralisti, piu mettono in atto una serie di comportamenti volti a imporre la loro cultura. Come? Adottando un approccio sempre piu integralista su ogni questione, poi c’è anche un aspetto economico. Quando si ha una così forte incidenza di persone sul territorio, che scelgono di colonizzare, e hanno forti possibilità economiche dai Paesi di origine, iniziano ad appropriarsi fisicamente di casa tua, non si sentono ospiti ma si sentono padroni. Il sistema con cui cercano di imporre la loro cultura è un sempre un piu marcato approccio integralista: sempre piu donne costrette al velo integrale, non credo sia sempre una libera e felice scelta individuale.
L’amministrazione di Monfalcone cosa sta facendo per questo?
Poco tempo alla domanda di una giornalista “perché volete che le bambine abbiano il velo integrale?” La risposta di un fedele musulmano fu: “Perché così si abituano”. Pochi giorni fa, come comune, abbiamo ascoltato e salvato l’ennesima ragazzina che non voleva tornare a casa a sposarsi, quindici anni e mezzo. Questa battaglia contro il processo di islamizzazione che stiamo facendo ha a che vedere con la volontà di proteggere i cittadini, in quanto sindaco di Monfalcone, e da italiana che ama la sua Nazione per difendere le radici cristiane, i valori e la civiltà occidentale alla quale apparteniamo. Questa battaglia deve anche fare capire al Paese il reale pericolo che stiamo correndo, che è quello di sparire.
Nelle nostre scuole è vero, ci sono percentuali altissime, addirittura ci sono delle classi in cui 23 su 25 studenti sono bengalesi musulmani. Quindi, il numero delle donne coperte integralmente è cresciuto, il numero delle ragazze velate è cresciuto, il numero delle bambine con il velo è cresciuto, l’acquisto di attività commerciali da parte loro è cresciuto. E poi ci sono le moschee.
A quali strumenti state pensando per fermare questi fenomeni?
Fare trovare il modo a una azienda di Stato di impiegare i lavoratori del territorio, nel caso in cui non ci fossero si può utilizzare l’operazione Italia Corta. Se continuano a chiamare a lavorare questa tipologia di persone sarà difficile che qualcosa cambi. Poi chi entra in Italia deve comprendere che deve adeguarsi alla nostra civiltà, diversamente non ha motivo di venirci. Ma questo non si può dire. Proprio in questo periodo, siamo molto sui media e continuano ad appellarmi in qualsiasi modo, abbiamo valutato attentamente facendo molte indagini, che i cosìdetti centri culturali sono moschee. Ne abbiamo due in particolare che sostenevano di essere centri culturali, in realtà abbiamo verificato che ci entravano centinaia e centinaia di persone con il tappetino a pregare.
Luoghi di culto, quindi, ma rispettando le regole…
Se si vuole istituire un luogo di culto, visto che l’Italia è uno Stato di diritto, da sindaco pretendo che si rispettino le leggi. Come chiediamo al cittadino anziano che vuole costruire una tettoia di rispettare le regole,allo stesso modo anche loro le devono rispettare. Siccome parliamo di un locale che ha una destinazione d’uso commerciale e ne avete fatto un luogo di culto, non sono state rispettate le regole quindi si chiude. Sono uscite pochi giorni fa le due ordinanze che li obbligano a ripristinare la destinazione d’uso. Abbiamo pochi strumenti, ma quelli che abbiamo dobbiamo utilizzarli, credo insomma che tutti i sindaci dovrebbero esercitare piu controllo nei territori. Questo è anche un modo per fare sì che capiscano che esistono delle regole da rispettare.
Torniamo alla manifestazione del 27 ottobre qui a Monfalcone
Nel video della manifestazione del 27 ottobre, diventato virale, vediamo ragazzi addirittura salire sul campanile con le bandiere, vediamo violare senza alcun rispetto i simboli cristiani vediamo il vero volto dell’Islam radicale. Quei ragazzi che probabilmente sono nati qui, hanno gridato con un odio ed una violenza incredibili “a morte Israele”, “Allah akbar”, e dove possono aver imparato imparato tutto questo odio e tutta questa violenza? Anche nelle moschee, le cui predicazioni sfuggono a ogni controllo. Quindi anche per questo ci battiamo per avere delle norme che siano piu tutelanti per il nostro Paese, e i sindaci dovrebbero farle rispettare, dovrebbero applicarle alla lettera ,questo è anche un dovere di equità che abbiamo nei confronti dei cittadini che governiamo.
La situazione da lei prospettata è seria e preoccupante. Vengono messi in atto una serie di comportamenti che lasciano pochi dubbi sulle finalità degli stessi. Vista la forte spinta integralista, quale è la situazione della donne musulmane a Monfalcone?
La condizione femminile è facilmente intuibile. Il velo è inaccettabile, lede la liberta delle donne ed è anche un problema di sicurezza. I nostri assistenti sociali denunciano tante situazioni davvero brutte, con uomini violenti, abusanti, e famiglie molto molto problematiche. Ma questo è parte del tentativo di radicalizzazione che come detto si applica a ogni ambito. E le donne ovviamente oltre a non rappresentare un’eccezione, sono quasi un sistema portante. Se un Imam decide di fare indossare a sua moglie il burqa, le mogli di tutti gli uomini della comunità dovranno essere coperte come lei, ed è molto impattante visivamente. In piu cercano di “normalizzare” facendoci , secondo loro,abituare a questo spettacolo.
Possiamo dire, a questo punto, che la politica delle “porte aperte sempre e comunque” è un totale fallimento? Possiamo attribuire delle responsabilità,o quantomeno dire che un approccio totalmente ideologico non permette di gestire in maniera ottimale i problemi che inevitabilmente vengono alla luce?
A causa di questa sinistra siamo costretti a subire quotidianamente chi ci vuole prima colonizzare e poi sostituire. E mi è stato detto molto chiaramente da un Imam durante uno degli incontri, che non hanno nessun interesse a integrarsi perché tra poco ci avranno sostituiti. Dopo sei anni di mandato penso sia necessario che l’Italia sia piu consapevole del grande rischio che corre. Il grande problema è la sinistra che non ama questo Paese: Visto che, in maniera ideologica, tutela incredibilmente un sistema che tratta le donne peggio che nel Medio Evo. Qui le donne camminano dietro gli uomini, qui le donne guardano a terra quando sono per strada, le donne stanno in casa e punto.
Lei è spesso sotto accusa per questa battaglia che sta portando avanti…
Sto facendo questa battaglia ed affrontando queste situazioni. Assurdo ma vero, si fa la guerra a me perché ho detto che devono rispettare le leggi come tutti noi. Vorrei capire cosa ho detto di sbagliato affermando che anche loro come ogni cittadino devono rispettare la legge. Cosa ho detto di sbagliato affermando che le bambine devono girare a volto scoperto. O dove ho sbagliato aiutando una ragazzina quindicenne che non voleva essere mandata via a sposarsi con uno sconosciuto. E’ questo il Paese che vogliamo lasciare ai nostri figli? Io per il poco che posso fare, combatto questa battaglia, anche rischiando in prima persona.
Ma il caso Monfalcone è stato compreso nella sua gravità? E’ una priorità per la Regione e per il Governo?
Da quando c’è il governatore Fedriga devo dire che la regione ci sta aiutando. Ma qui ,come avrete capito il problema principale è Fincantieri. La Regione ci aiuta molto con tutto il comparto del lavoro e ci aiuta da molti punti di vista. Monfalcone è una città che aveva bisogno di volare, di avere delle opportunità. Quindi abbiamo ottenuto diversi finanziamenti,molti interventi sono stati fatti, penso al litorale per esempio, al Carso. Molto importante è anche l’aiuto del Governo, che però ha le sue beghe. Stiamo avendo molto supporto e vicinanza dal ministro Salvini, dal vice ministro Gava e altri. Questo Paese sta correndo dei rischi enormi, e molti Paesi Europei stanno dimostrando che ho ragione.
Qual è la percezione dei cittadini di Monfalcone, si sentono in pericolo, si sentono ostaggi di queste situazioni?
Mi incoraggiano e mi spronano ad andare avanti, a non mollare. Con grandissima fatica abbiamo ridato dignità a questa città, abbiamo ridato ai cittadini l’orgoglio di essere Monfalconesi. Fincantieritratta da sempre questa città come uno spogliatoio aziendale. Sono stata eletta al primo turno con il 73%; questa città prima di me è sempre stata di sinistra, come moltissime città industriali. Sono al secondo mandato,vuol dire che qualcosa di buono l’ho fatto. Questa citta ha visto negli ultimi tre anni l’Islam radicalizzarsi molto rapidamente. Ma quale donna oggi vorrebbe tornare in dietro di 1000 anni? .I cittadini mi chiedono di andare avanti in questa battaglia,e la sinistra cosa fa? Fa la guerra contro i cittadini e contro l’Italia.