Morto George Foreman, il gigante del ring che ha scritto la storia della boxe

George Foreman

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Morto George Foreman, icona del pugilato. Due volte campione del mondo, vincitore di un oro olimpico e protagonista di incontri storici, Foreman non era solo un combattente: era un simbolo di trasformazione. La sua morte, avvenuta all’età di 76 anni, lascia un vuoto nel cuore degli appassionati di sport e non solo. La notizia è stata diffusa dalla famiglia con un messaggio diffuso sui social.

Dal trionfo all’inferno e ritorno: l’epopea di un campione

Foreman si impose sulla scena mondiale nel 1973, quando sconfisse Joe Frazier a Kingston, in Giamaica, conquistando il titolo dei pesi massimi. Ma la gloria durò poco e l’anno successivo subì una delle sconfitte più iconiche della storia dello sport: il leggendario “Rumble in the Jungle” contro Muhammad Ali, a Kinshasa. Quella notte, con la sua celebre strategia del “rope-a-dope”, Ali mandò Foreman al tappeto.

Deluso e provato, Foreman si ritirò nel 1977, abbracciando una nuova vita da ministro religioso e dedicandosi ad attività filantropiche. Ma il richiamo del ring era troppo forte: nel 1987, all’età di 38 anni, decise di tornare a combattere, inizialmente per raccogliere fondi per il suo centro giovanile in Texas. Nessuno credeva in lui. Ma lui ci credeva eccome.

Il ritorno impossibile: il campione più anziano della storia

La sua seconda carriera fu un’autentica favola sportiva. Dopo 24 vittorie consecutive, Foreman perse il titolo mondiale contro Evander Holyfield nel 1991, ma non si arrese. E nel 1994, a 45 anni, fece l’impossibile: con un pugno perfetto, mandò al tappeto Michael Moorer, riconquistando la corona mondiale e diventando il campione dei pesi massimi più anziano di sempre.

Non solo pugile: il fenomeno George Foreman

Oltre che sul ring, Foreman divenne un simbolo anche fuori. Il suo nome è legato a un’incredibile impresa imprenditoriale: il famoso “George Foreman Grill”, venduto in milioni di esemplari in tutto il mondo. Nel 1999, la Salton Inc. lo pagò 137,5 milioni di dollari per il marchio, trasformandolo in uno degli atleti più ricchi della storia.

Da un’infanzia difficile al tetto del mondo

Nato il 10 gennaio 1949 a Marshall, Texas, e cresciuto a Houston, Foreman visse un’infanzia difficile, tra povertà e problemi con la legge. La sua salvezza arrivò grazie al programma federale Job Corps, che gli permise di scoprire la boxe. A 19 anni, il ragazzo ribelle diventò un eroe olimpico, vincendo l’oro a Città del Messico nel 1968. Da lì, la sua ascesa fu inarrestabile.

Un’eredità eterna

Foreman lascia dietro di sé non solo titoli e record, ma una storia di riscatto e determinazione. Padre di dieci figli, cinque dei quali chiamati George, ha sempre protetto il suo nome con orgoglio e disciplina. “Un campione olimpico, due volte campione del mondo, un uomo rispettato e una forza per il bene”, ha dichiarato la famiglia nel comunicato ufficiale. La boxe perde un gigante, ma la sua leggenda vivrà per sempre. George Foreman non era solo un pugile, era un simbolo di lotta, caduta e rinascita.