Morto nel suo letto “er Secco”, il cassiere della Banda della Magliana

Nicoletti probabilmente è stato uno dei pochi fortunati della banda della Magliana a morire nel suo letto. Enrico Nicoletti era considerato il cassiere della Banda della Magliana. Si è spento a 84 anni in una clinica romana, Villa Mafalda. Era affetto da gravi problemi di salute. Originario di Monte San Giovanni Campano, in Ciociaria, Enrico Nicoletti era considerato dagli inquirenti il cassiere della Banda. Appellativo che gli rimase sempre addosso anche se lui ha sempre negato di aver avuto un ruolo nel contesto criminale dell’organizzazione che cominciò a imporsi sulla scena romana nella seconda metà degli anni ’70.
La leggenda della Banda della Magliana
Forse, dopo 50 anni, con la morte del suo ultimo esponente di rilievo, è ora che si faccia luce sulla banda della Magliana e sulle sue complicità e appoggi insospettabili. Fu arrestato nel luglio del 2011 per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di millantato credito, truffa, usura, falso, riciclaggio e ricettazione. Ma Nicoletti due anni più tardi, a causa delle sue precarie condizioni di salute, fu trasferito agli arresti domiciliari. Carabiniere in gioventù, Nicoletti conobbe Enrico De Pedis, “Renatino”, nel carcere di Regina Coeli . Reso celebre dal personaggio “il Secco” di Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo, fu accusato di gestire i capitali sporchi frutto di estorsioni, truffe, usura, che venivano investiti in attività commerciali oppure ripuliti attraverso operazioni finanziarie.

Comprò dal Vicariato la sua fastosa villa
Era stato proprietario di una villa romana in via Porta Ardeatina a Roma che, una volta confiscata, è diventata la Casa del Jazz. Nicoletti la acquistò dal Vicariato di Roma. “Un uomo che ha rappresentato un momento importante dell’attività di collateralismo alle organizzazioni criminali per massimizzarne i profitti, attraverso articolate attività di riciclaggio. Era il collettore di più mondi criminali, con collegamenti indubbi con la politica e la pubblica amministrazione. Chiaramente aveva un tasso criminale molto elevato. Negli ultimi tempi si era improvvisamente eclissato”. Così all’Adnkronos il magistrato Otello Lupacchini, che a lungo ha indagato sulla Banda della Magliana.
Nicoletti esponente di spicco della criminalità romana
“Con lui – prosegue – muoiono probabilmente segreti che si porterà dietro per le attività che ha compiuto, a partire dall’intervento che ebbe nell’ambito del sequestro Cirillo per il pagamento del famoso riscatto. E tanto altro. Aveva rapporti con tutti – racconta Lupacchini – con la ‘ndrangheta, con i napoletani, con la Banda della Magliana e associati. Una volta – racconta – riuscì nell’impresa di mettere intorno ad un tavolo i capi di camorra, mafia, ‘ndrangheta e Magliana”. “L’ho interrogato diverse volte. Un tipo arrogante. Un giorno, nel corso di un interrogatorio pretese che gli venisse offerto un tè e si lamentò della scarsa qualità dei pasticcini”, conclude.
Ancora tutta da scrivere la storia della Banda della Magliana
“La sua storia e le sue vicissitudini processuali le conosciamo tutti, un pezzo di storia della criminalità romana di un certo livello e non solo. Aveva rapporti con la Banda della Magliana e con altri gruppi criminali. Un personaggio criminale di un certo spessore”. Così l’ex questore e capo della Squadra Mobile di Roma Niccolò D’Angelo, commenta la morte di Enrico Nicoletti. “Una fetta importante della criminalità romana che mi ha dato molto da fare quando ero capo della Squadra Mobile di Roma”, ha aggiunto. Certo è che Nicoletti, con le sue capacità, non esclusa quella di rimanere vivo in quel mondo, ha certamente occulato e investito gli immensi proventi della banda della Magliana. Dove sono adesso? Nelle fiction Nicoletti ebbe il volto di Stefano Fresi e da Vincenzo Tanassi, ed è così che molti di noi lo ricordano.