Muore di covid al S. Camillo, spariscono fede e vestiti

Sciacalli in azione all’ospedale S. Camillo di Roma. Per i na vicenda tristissima, che ha costretto il responsabile del nosocomio ad aprire con urgenza un’inchiesta interna. E rispetto alla quale anche l’assessore alla salute della Regione Lazio Alessio D’Amato ha chiesto spiegazioni. Tutto inizia, si fa per dire, lunedì 14 dicembre.  Quando un paziente di 68 anni di Fondi, ricoverato e positivo al covid, è purtroppo deceduto. Perdendo la sua battaglia contro questo terribile virus. Come sempre avviene in questi casi, i parenti si sono subito mossi per riavere indietro i pochi effetti personali che l’uomo aveva con se’. In particolare, è stata la figlia a richiedere indietro la fede del papà, i suoi occhiali e l’abbigliamento. Ma a quel punto è arrivata la doccia fredda. All’ospedale tutte queste cose risultavano scomparse. Non pervenute o irrintracciabili. E di fronte alle proteste della signora, la stessa è stata invitata a inoltrare regolare denuncia ai Carabinieri. Cosa che, immaginiamo in quale stato d’animo la donna ha subito provveduto a fare.

Intanto però la notizia si è diffusa al S. Camillo. E il direttore generale Francesco D’Alba nella giornata di domenica ha annunciato l’apertura di un’indagine interna. Per accertare se effettivamente qualcosa tra l’accettazione e la triste fine del paziente sia andato storto.

Si attaccano anche alla fede nuziale. Indegno sciacallaggio su di un paziente morto di covid

I ladri si sono attaccati anche alla fede nuziale. Oltre che agli occhiali, e ai pochi indumenti dell’uomo. Deceduto il 14 dicembre per covid al S. Camillo di Roma. Quando la figlia è andata in ospedale per reclamare gli effetti personali del papà però tutto è improvvisamente sparito. Senza lasciare nessuna traccia. Il direttore generale del nosocomio romano Francesco D’Alba ha subito disposto un’indagine interna, ma ci ha tenuto a precisare che le eventuali colpe della struttura sanitaria andranno accertate. Sono tanti i passaggi che vanno verificati, ha dichiarato D’Alba in un comunicato ripreso tra gli altri da Roma Today. Perché l’iter inizia spesso con una presa in carico del paziente da parte del 118, tramite chiamata diretta. O talvolta per l’intervento delle Forze dell’Ordine. E finisce in caso di decesso con il trasporto della salma effettuato da soggetti estranei all’amministrazione ospedaliera.

Fin qui il direttore generale, che fino a prova contraria difende la struttura che dirige. Ma certo non sembra molto elegante addossare le eventuali colpe ad altri soggetti che siano venuti a contatto con l’uomo deceduto. In ogni caso, una vicenda sulla quale bisognerà fare luce in fretta. Non tanto per il valore economico od affettivo dei beni personali spariti. Ma per una normale questione di dignità e rispetto. Che deve valere per tutti. A maggior ragione per chi abbia affrontato il calvario di questa nuova pestilenza. Rimettendoci la vita. Ma la dignità personale no, quella deve essere salvata. Ad ogni costo. E ci auguriamo davvero una pena esemplare per gli sciacalli, una volta individuati e ricondotti alla giustizia.

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