Nascondete l’assoluzione di Palozzi. Tanto lo avete già linciato
Ma sì, nascondetela la notizia dell’assoluzione di Adriano Palozzi. Che ve ne frega, prima lo avete linciato quando fu indagato, adesso trafiletti in cronaca su Tempo e Messaggero. Su Corriere della Sera e Repubblica manco a pagamento trovi pubblicata la sentenza di assoluzione del pericoloso estremista di Cambiamo di Giovanni Toti.
In bocca al lupo ad Adriano Palozzi noi lo diciamo volentieri, invece. Perché quell’inchiesta l’ha pagata duramente sulla propria pelle. Consigliere regionale del Lazio, si è trovato sotto i riflettori per una vicenda inesistente. Esatto, perché ieri Adriano Palozzi è stato assolto “con formula piena perché il fatto non sussiste”.
“Il fatto non sussiste”
Ne ha dovuto dare notizia proprio lui perché evidentemente i cronisti di giudiziaria erano in altre faccende affaccendati. Eppure si trattava di “fatti” risalenti al tempo in cui Palozzi era presidente della Cotral, la società di trasporti della regione Lazio. Questo il suo commento: “Sono molto soddisfatto per questa sentenza, che riconosce e certifica, con la massima formula assolutoria, la mia totale estraneità ai fatti . In questi quattro anni di processo, sono rimasto in rispettoso silenzio, nonostante la macchina del fango e il tritacarne mediatico si siano azionati sin dall’inizio senza nessuna riserva sulla possibilità, poi rivelatasi concreta e reale, di non colpevolezza. Non ho mai smesso di credere nella giustizia, consapevole della correttezza del mio operato. Ho sempre atteso con fiducia questa sentenza che mi restituisce serenità”.
Giornalismo canaglia contro Palozzi
Ovviamente, non si sono registrati sentimenti di gioia nei suoi confronti da parte del mondo politico, almeno pubblicamente. Dagli avversari, che ne avevano approfittato per fucilarlo di fronte alla pubblica opinione. Nè da parte di chi – nell’alleanza – doveva sentire almeno l’obbligo di una pacca sulle spalle per una vicenda che finalmente si conclude e positivamente. Speriamo che avvenga oggi. Però, Palozzi ha avuto tanto affetto dai suoi amici di base e questo almeno può riempirlo di soddisfazione.
Peccato per quel giornalismo canaglia che a Roma imperversa ancora.