Nettuno, il Comune sfratta i Carabinieri: al loro posto arriverà la Protezione Civile
Nettuno, il Tribunale Amministrativo della Regione Lazio ha confermato lo sfratto disposto dal Comune nei confronti dei Carabinieri dell’Associazione Nazionale orami circa 3 anni fa, che ora quindi dovranno lasciare la sede di proprietà municipale che attualmente occupano, senza titolo giuridico, situata in via Piscina-Tre Cancelli n. 2. Al loro posto arriveranno i mezzi antincendio della Protezione Civile. Almeno questo è quanto deciso, in soldoni, dal Tribunale con una sentenza clamorosa di pochi giorni fa.
Nettuno, il Comune sfratta i Carabinieri
Parliamo dei locali dell’ex delegazione anagrafica comunale. Locali che l’Associazione Nazionale dei carabinieri avrebbe utilizzato senza titolo giuridico, vale a dire per “mero comportamento di fatto – così scrivono i giudici – mantenuto da parte dell’amministrazione, inidoneo a formare titolo giuridico legittimante l’occupazione dei medesimi.
Al loro posto arriverà la Protezione Civile
Di conseguenza, appare pienamente legittima, la decisione dell’amministrazione di rientrare in possesso del bene appartenente al proprio patrimonio facendo ricorso ai poteri di autotutela possessoria riconosciutigli dall’ordinamento giuridico“:
Inoltre il Comune aveva rilevato anche altri problemi. “A seguito di sopralluogo compiuto il 1° dicembre 2020 presso i locali in questione – così si legge tra le carte – sarebbero state accertate alcune modifiche strutturali. Modifiche compiute (dall’Associazione Nazionale carabinieri, ndr) senza autorizzazione degli uffici comunali. Oltre all’avvenuta installazione di nuove serrature senza la consegna delle relative chiavi al personale dell’ente.
In definitiva, le anzidette modificazioni dello stato dei luoghi, in uno a comportamenti ripetitivi ritenuti lesivi nei confronti dell’amministrazione. Il cui compimento veniva contestato all’associazione ricorrente (ossia ai carabinieri, ndr). Invitandola anche al ripristino dello status dei luoghi ed alla consegna delle chiavi al personale comunale. Tutte queste, venivano considerate dal comune ragione sufficiente per intimare all’associazione il rilascio dei locali“.