Nettuno, rinomato stabilimento balneare con ristorante e bar ‘sfilato’ alla criminalità: tornerà presto alla comunità
È sfumato il riavvio lampo per il 2024, ma non vi dovrebbero essere problemi per l’anno 2025, appena iniziato: a Nettuno, un rinomato stabilimento balneare con annesso ristorante e bar ‘sfilato‘ alla criminalità organizzata, tornerà alla comunità entro la prossima estate. La struttura, un tempo sotto il controllo illecito, è tornata nelle mani dello Stato nel corso dell’anno 2024, mentre il Comune era sotto l’Amministrazione del Commissario Prefettizio. Molto presto la struttura turistico–ricettiva dovrebbe essere affidata a una gestione legale che favorirà un utilizzo trasparente e a beneficio dei cittadini, dopo la conclusione delle recenti vicende amministrative.
Nettuno, stabilimento balneare torna alla comunità
La vicenda ha avuto inizio con la confisca dell’impianto da parte della Procura di Velletri e della Direzione Nazionale Antimafia, nell’ambito di recenti operazioni contro organizzazioni criminali locali. La gestione del bene è stata affidata in via temporanea all’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei beni sequestrati e confiscati, che ha nominato un coadiutore per curare le pratiche necessarie al rilancio della struttura.
Ristorante e bar di Nettuno tornano alla legalità
Nel maggio 2024, una società (il cui nome è coperto al momento del più stretto riserbo) designata ha avanzato al Comune di Nettuno una richiesta per ottenere l’autorizzazione alla gestione della concessione demaniale marittima dello stabilimento, con l’obiettivo di proseguire le attività turistiche e di ristorazione. Tuttavia, a settembre 2024, il Comune ha comunicato che l’autorizzazione non poteva essere rilasciata immediatamente per problemi legati alla conformità urbanistica della struttura stessa.
La battaglia legale per lo stabilimento di Nettuno
La società interessata ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio per contestare la decisione del Comune. Le motivazioni addotte riguardavano presunte irregolarità procedurali, come la mancata comunicazione di un preavviso di rigetto e la scarsa chiarezza nella motivazione del diniego.
Durante l’esame della controversia, è emerso però che la richiesta di autorizzazione aveva una validità limitata fino al 31 ottobre 2024. Con il decorso di tale data, l’atto impugnato aveva già esaurito la sua efficacia, rendendo superflua ogni ulteriore decisione del TAR. Il tribunale ha dunque dichiarato il ricorso improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.
Verso una nuova gestione pubblica e legale
Nonostante le difficoltà legali, si guarda ora al futuro della struttura, destinata a tornare a disposizione della comunità dal 2025. La Prefettura di Roma ha confermato l’intenzione di garantire una gestione trasparente e regolare, in conformità alle normative vigenti, con il coinvolgimento di enti pubblici e soggetti privati selezionati tramite procedure di evidenza pubblica.
Un simbolo di rinascita per il territorio
Il sequestro e la riconversione della struttura rappresentano un importante segnale nella lotta contro l’illegalità. Il rilancio dello stabilimento balneare punta a trasformarlo in un punto di riferimento per l’economia turistica locale, favorendo occupazione e sviluppo sostenibile.
La restituzione di beni confiscati alla criminalità è una pratica fondamentale per riaffermare la legalità e restituire risorse preziose alla collettività. Il caso di Nettuno rappresenta una tappa significativa in questa direzione, con l’auspicio che il progetto possa diventare un modello positivo per altre realtà italiane.