Nomine, amichettismo e familismo nella destra: AD che imparano dai tutorial, moglie e marito felici e contenti

nomine della destra ad amici e parenti: tagliaferri, mannucci, cavallari e cipolla

Prima si criticava Nicola Zingaretti. L’ex governatore della Regione Lazio, nonostante avesse presentato le dimissioni, era accusato, nel periodo precedente alle nuove elezioni che hanno poi visto vincere Francesco Rocca, di far sfornare alla sua Giunta nomine come se non ci fosse un domani. Che, effettivamente, alla Regione non c’era.

Ma ora a scatenarsi con nomine ad amici e parenti sembrerebbe essere la destra. O almeno una parte ben specifica della destra. E, dopo il ‘caso Sangiuliano‘, ecco che si torna a parlare degli incarichi che in questi mesi sono stati assegnati più per conoscenze, amicizie e parentele che per meriti.

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Cotral, le nomine con polemiche

Le nomine Cotral hanno fatto discutere non poco. L’azienda partecipata della Regione Lazio, 3.000 dipendenti, ha visto la lotta intestina dei meloniani e dei rampelliani per arrivare a conquistare la poltrona di amministratore delegato. Che, alla fine, è stata assegnata a Manolo Cipolla, in passato assessore e consigliere a Palombara Sabina. Ma anche collegato allo scandalo della Parentopoli in Atac del 2010.

Ad affiancarlo la consigliera Barbara Mannucci, ex parlamentare PdL. “Lei è la figlia di un ex alto funzionario dell’Ugl, il sindacato della destra, e della segretaria di Pino Romualdi“, racconta Sergio Rizzo a Giovanni Floris nel corso della trasmissione Dimartedì su La7. “Pino Romualdi – prosegue – è stato uno dei personaggi più noti dell’MSI. Ma la cosa interessante è che la Mannucci abbia un marito, Enrico Cavallari, che è stato ex assessore di Alemanno”.

“Anche Cavallari – spiega Rizzo – ha avuto tutta una serie di possibilità di fare carriera. Alla fine passa alla Lega e diventa consigliere regionale. Ma si rende conto che Zingaretti ha delle difficoltà, e capisce che se lui gli dà una mano l’allora presidente può uscire dall’impasse. E quindi appoggia Zingaretti. Quindi è costretto a uscire dalla Lega e approda a Italia Viva. Ma lì non va da nessuna parte, quindi cambia ancora e finisce a Forza Italia. Viene ricandidato in Regione. Ma non viene eletto, troppi passaggi di partito. E allora, viene nominato come consigliere nel Cda di Cinecittà“. 

Ales: l’amministratore delegato che impara dai video sul web

Fabio Tagliaferri è stato nominato Amministratore Delegato di Ales (Arte Lavoro e Servizi S.p.A), società in house del Ministero dei Beni Culturali. Tagliaferri era stato nominato dall’ormai ex ministro Sangiuliano, finito nello scandalo a causa di Maria Rosaria Boccia. E proprio perché la nomina arriva da una persona al centro di una tempesta mediatica ecco che si è andati a sbirciare il suo curriculum.

Che pare essere praticamente privo di competenze. Matteo Renzi, in un post, aggiunge: “È un consigliere comunale di Frosinone privo di curriculum e credibilità imprenditoriale e culturale, oltre che molto discusso nella sua città”. Lui, intervistato da “Piazza Pulita”, risponde che, “per gestire un’azienda con 3.000 dipendenti, è sufficiente avere un’azienda con dei dipendenti”. Lui, del resto, ne ha avuti 5, 7, 10. E poi: “Mi passo le giornate a vedere i video, Giorgia insegna”. In pratica, impara dai tutorial.

Ma cos’è l’Ales? Ha, come si legge su LinkedIn, “il compito di supportare il MiC nelle sue strategie di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, apportando competenze addizionali e complementari e sviluppando iniziative sinergiche per garantire una gestione sostenibile. Ales opera tramite l’affidamento diretto di commesse da parte del MiC e attualmente eroga servizi presso circa 150 sedi del Ministero, con l’impiego di oltre 1100 dipendenti”. Praticamente, è la cassaforte dei Beni Culturali. Ed è stata data in mano a un AD che impara dai video e che finora ha gestito al massimo un’azienda da 10 dipendenti.