Non bastavano i nostri delinquenti: attivissime in Italia le mafie nigeriane, cinesi e balcaniche

mafia nigeriana (2)

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”Le organizzazioni nigeriane risulterebbero inserite a pieno titolo nel narcotraffico utilizzando una complessa rete di corrieri “ovulatori” che introducono nel territorio nazionale eroina e cocaina avvalendosi dei normali vettori aerei e terrestri oppure sfruttando le rotte dei flussi migratori irregolari. La criminalità nigeriana sarebbe dedita anche alla tratta di esseri umani connessa con lo sfruttamento della prostituzione e all’accattonaggio forzoso”. E’ quanto emerge dalla relazione semestrale della Dia, relativa al primo semestre del 2021. ”I sodalizi risultano inoltre attivi nelle estorsioni in danno di cittadini africani, nella falsificazione di documenti, nella contraffazione monetaria, nelle truffe e frodi informatiche. Nonché nei reati contro la persona e il patrimonio – si legge nella relazione -.

Un “modus agendi” di tutta la mafia africana

È necessario evidenziare che i livelli di manifestazione espressa da tale forma di criminalità etnica sembrerebbero diversi. Alcuni soggetti infatti operano come semplice manovalanza e sovente in qualità di spacciatori al dettaglio. Sempre nell’ambito di organizzazioni di media strutturazione di matrice esclusivamente nigeriana o interetnica cui partecipano varie nazionalità sub-sahariane. Ad assumere particolare rilievo sono i cosiddetti secret cults le cui caratteristiche essenziali sono l’organizzazione gerarchica, la struttura paramilitare, i riti di affiliazione, i codici di comportamento. Insomma, in generale un modus agendi al quale la Corte di Cassazione ha più volte riconosciuto la tipica connotazione di mafiosità”.

Sono 40 anni che la mafia nigeriana opera in Italia

”L’operatività della criminalità nigeriana in Italia è andata evidenziandosi concretamente sin dai primi anni ’80. Dapprima nelle Regioni del nord-Italia e successivamente in quelle del centro-sud in particolar modo in Campania nella provincia di Caserta e sul litorale domitio – spiega la relazione -. Si tratta di un territorio caratterizzato in precedenza dall’esclusivo controllo del clan dei Casalesi e poi divenuto esempio di coesistenza di fatto tra le consorterie nigeriane e ghanesi e la criminalità autoctona. I cittadini nigeriani, spesso irregolari, sono oggi stanziali su tutto il territorio nazionale dal nord al sud con presenze importanti e significative anche nelle isole maggiori”.

La mafia cinese controlla la micidiale droga shaboo

”In materia di stupefacenti invece la criminalità cinese detiene e gestisce quasi in esclusiva il traffico e lo spaccio dello shaboo. Si tratta di una droga sintetica molto diffusa tra i giovani asiatici che viene ceduta talvolta anche a pusher di altre nazionalità in particolare filippini e africani”. E’ quanto emerge dalla relazione semestrale della Dia. ”La criminalità cinese presenta una struttura sostanzialmente gerarchica le cui connotazioni sono incentrate su relazioni di carattere familiare e solidaristico. La caratteristica principale dei gruppi criminali cinesi è data dalla loro struttura chiusa e inaccessibile. In taluni casi sono emersi accordi di tipo funzionale con organizzazioni italiane o la costituzione di piccoli sodalizi multietnici. In genere volti alla gestione della prostituzione, alla commissione di reati finanziari e al traffico di rifiuti.

Nel Lazio consistente presenza di mafia cinese

Le regioni con maggiore presenza della criminalità cinese risultano essere la Toscana, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Campania e il Lazio dove sono state avviate attività commerciali di diverse tipologie. Talvolta si registrerebbe la presenza di connazionali costretti a lavorare in totale assenza dei requisiti minimi di sicurezza e di tutela igienico-sanitaria”. ”I reati tipici dei sodalizi cinesi perpetrati all’interno della loro stessa comunità etnica sono le estorsioni e le rapine – spiega la relazione -. I delitti principali commessi all’esterno del loro alveo etnico risultano essere invece la contraffazione, il traffico e lo spaccio di metanfetamine, i reati finanziari e le illecite movimentazioni di denaro. Poi, il traffico illecito di rifiuti e la gestione di giochi e scommesse clandestine.

La criminalità balcanica si distingue per furti, immigrazione clandestina, traffico d’armi

Gli stessi sodalizi risultano attivi anche nella falsificazione di documenti finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani. Quest’ultima collegata allo sfruttamento del lavoro e della prostituzione”. Infine, ”la criminalità balcanica e dei Paesi dell’ex Unione Sovietica è principalmente attiva nella commissione di reati contro il patrimonio, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il traffico di armi, le truffe, il contrabbando, lo sfruttamento della prostituzione, i furti di rame e il traffico di stupefacenti”. E’ quanto emerge dalla relazione semestrale della Dia.

(Foto: Leggilo.org)