Nuovo capo della Mobile a Roma: “Siamo l’orecchio nei quartieri”

Roberto Giuseppe Pititto, capo della Mobile a Roma

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Ha 53 anni e proviene dalla Questura di Bologna Roberto Giuseppe Pititto, il nuovo dirigente della Squadra Mobile di Roma, presentato durante la conferenza stampa di oggi, giovedì 27 marzo 2025.

Pititto si è insediato in un contesto tutt’altro che semplice: l’omicidio a Nettuno, una serie di incendi dolosi a Ostia e le recenti gambizzazioni a Tor Bella Monaca compongono un quadro allarmante. Nonostante questo, il nuovo dirigente ha trasmesso sicurezza, determinazione e senso di responsabilità.

“Dare il massimo è un obbligo morale”

“Talvolta l’indagine ci pone davanti al dubbio, alla difficoltà di ottenere certezze – ha affermato Pititto – ma questo non toglie nulla all’onore di guidare una squadra mobile così autorevole”. Con queste parole ha esordito nel suo primo incontro con la stampa romana, ringraziando i vari dipartimenti della Questura e assicurando il massimo impegno operativo da parte del suo ufficio.

Lavorare a Roma, ha spiegato, significa affrontare molteplici fronti investigativi, con problematiche che vanno dalla criminalità organizzata, gestita in coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia, fino ai reati che colpiscono direttamente i cittadini nella loro quotidianità: truffe contro anziani e persone fragili, furti in abitazione, microcriminalità.

Su questi crimini, definiti “particolarmente odiosi”, la squadra mobile manterrà un’attenzione altissima. Pititto ha voluto evidenziare che ogni indagine, anche la più piccola, è fondamentale nella strategia complessiva per il controllo del territorio: “I dettagli, anche se sembrano irrilevanti, sono in realtà fondamentali per costruire un contrasto efficace alla criminalità”.

Una rete di 850 commissariati per presidiare Roma: “Un orecchio in ogni quartiere”

Il nuovo dirigente ha sottolineato con forza il valore della rete capillare di commissariati: ben 850 tra città e provincia, una risorsa cruciale che consente di avere «un orecchio nei singoli quartieri», ovvero una presenza costante e attenta nel tessuto urbano. È proprio da questo presidio quotidiano che nasce la possibilità di prevenire e contrastare in modo efficace ogni fenomeno criminale.

Un punto centrale del suo approccio è la collaborazione tra la squadra mobile e i presidi territoriali, in una logica di sinergia e integrazione investigativa. Ma non solo: Pititto ha ribadito l’importanza del rapporto con i cittadini, sottolineando quanto sia decisiva la fiducia reciproca per alimentare una vera cultura della sicurezza.

Dialogo con i giornalisti e trasparenza verso i cittadini

Nel corso della conferenza stampa, il dirigente ha voluto anche chiarire la sua posizione nei confronti dell’informazione: massima disponibilità verso i giornalisti, nel rispetto delle regole e delle circolari istituzionali. Secondo Pititto, è fondamentale che l’attività della Polizia di Stato venga raccontata con correttezza, perché comunicare significa anche rassicurare la collettività.

“Non è sempre possibile individuare gli autori di ogni reato – ha spiegato – ma ciò che conta è che il nostro dovere è quello di dare sempre il massimo, con serietà e costanza. Questo è l’impegno che ci assumiamo ogni giorno, ed è ciò che chiedo a tutti i miei collaboratori”.

nuovo dirigente della squadra mobile di Roma, ha risposto con fermezza e lucidità alle domande sullo stato della sicurezza nella Capitale. In particolare, ha commentato gli ultimi gravi episodi registrati a Ostia, zona sotto osservazione da parte della Procura della Repubblica di Roma e della Polizia di Stato.

“Su questi episodi stiamo lavorando – ha detto Pititto – ma occorre tempo per individuare i responsabili. Il fenomeno è sotto monitoraggio costante e l’attenzione è massima”.

Riassestamento degli equilibri criminali a Ostia? Pititto: “Fenomeno monitorato, ma servono analisi approfondite”

Alla domanda se ci sia in atto un riassestamento degli equilibri criminali sul litorale romano, Pititto ha risposto con prudenza e metodo investigativo: “Su questo stiamo svolgendo valutazioni con l’autorità giudiziaria. Non è opportuno anticipare conclusioni, ma monitoriamo costantemente il fenomeno e, una volta raccolti gli elementi, trarremo le dovute conseguenze. Stiamo lavorando senza sosta”.

Il suo approccio è chiaro: nessuna dichiarazione affrettata, solo certezze fondate su indagini approfondite.

Criminalità organizzata e reati quotidiani: doppio fronte per la Squadra Mobile

Ribadendo quanto già accennato nel suo primo intervento, Pititto ha chiarito le due direttrici principali dell’azione della Squadra Mobile: “Dobbiamo agire su due piani. Da un lato c’è la criminalità organizzata nelle sue varie forme, che riceve la massima attenzione. Dall’altro c’è la criminalità diffusa, che tocca direttamente i cittadini e le loro case: parliamo di furti in abitazione, truffe agli anziani, reati che intaccano la sfera privata e meritano una risposta incisiva”.

Un impegno che coinvolge tutte le sezioni della squadra mobile, in un lavoro quotidiano e mirato, capillare, che tocca ogni quartiere di Roma.

Tra pusher e spaccio organizzato, la risposta è nelle strade: l’azione dei Falchi

Riguardo alle attività di contrasto al traffico di droga e al reclutamento di giovani da parte delle organizzazioni criminali, Pititto ha risposto senza esitazioni:

“Il lavoro dei Falchi è centrale. Contrastiamo il fenomeno dal basso, partendo dai pusher, e arrivando alle indagini più complesse. Il traffico di stupefacenti è la principale fonte economica della criminalità organizzata, che poi reinveste in attività lecite attraverso il riciclaggio. La nostra attività si muove quindi su più livelli: repressione immediata e indagini di lungo periodo coordinate dalla Procura”.

Un altro nodo toccato è quello del cosiddetto “welfare parallelo”, con gruppi criminali che, nelle piazze di spaccio, colmano i vuoti lasciati dallo Stato.

Pititto è stato chiaro: “Ognuno ha le sue competenze. Ma è fondamentale operare in sinergia, come accade con la Procura e la Prefettura. Il nostro compito è contrastare la criminalità, ma anche rafforzare la presenza dello Stato sul territorio, tramite controlli, presidi e attività preventive. Non possiamo lasciare spazio ad alternative illegali. Il messaggio deve essere chiaro: lo Stato c’è.

Collaborazione con i cittadini: “Siate i nostri occhi”

Infine, il dirigente ha voluto rivolgere un messaggio diretto alla cittadinanza, sottolineando l’importanza del coinvolgimento dei cittadini nel sistema sicurezza: “Ricevere segnalazioni da parte dei cittadini è fondamentale. Ogni informazione, anche la più piccola, può essere utile per il contrasto alla criminalità. La Polizia di Stato è presente e pronta ad ascoltare: il cittadino non è mai solo. Segnalare un reato, un comportamento sospetto, è un atto di responsabilità e partecipazione civica.

Un appello alla fiducia reciproca, alla collaborazione e al senso di comunità. È questo lo spirito con cui Roberto Giuseppe Pititto ha scelto di affrontare il suo nuovo incarico, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza e la legalità a Roma, quartiere per quartiere.