Oasi feline al posto dei campi rom. La proposta shock degli animalisti contro la Raggi
La luna di miele tra la sindaca Raggi e i diversi movimenti e associazioni animaliste presenti in città sembra essersi interrotta da un bel pezzo. Almeno da quando la delegata al benessere degli animali Alessandra Pronio ha rassegnato le sue dimissioni. Era lo scorso autunno, e la Pronio non ha voluto alzare i toni. Ma in molti hanno visto il suo gesto collegato alla brutta vicenda della soppressione di una mamma cinghiale e dei suoi sei cuccioli avvenuta in un parco romano proprio i primi di ottobre. Che ha segnato un punto di non ritorno, e la rottura definitiva con il mondo animalista. Rottura bipartisan tra l’altro, perché sulla vicenda dei cinghiali era intervenuta anche l’ex ministra Vittoria Brambilla. Che si era detta pronta ad accoglierli con la sua associazione. Invece niente, e allora tutti i nodi sono venuti al pettine. Dalla annosa vicenda delle botticelle alla gestione del bioparco. Passando per i botti di capodanno e le oasi feline. Un attacco a tutto campo, che si è consumato durante gli Stati generali delle associazioni tenutisi online l’altro giorno. Con la presenza tra gli altri di esponenti della Lav e dell’Enpa, l’ente nazionale per la protezione degli animali. Che ha anche lanciato una proposta shock. Fare delle oasi feline al posto dei campi rom sgomberati. Le grattare al posto dei nomadi insomma. Potrebbe essere già un passo avanti.
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Tutti contro il Comune. Sul benessere degli animali ha tradito gli impegni
Il forum delle associazioni animaliste che si è svolto online l’altro giorno ha decretato una bocciatura senza appello. Nei confronti della sindaca Raggi e della giunta pentastellata. Colpevole per la maggior parte degli intervenuti di aver tradito gli impegni a favore degli animali. Che pure facevano parte del programma elettorale del 2016. Il primo attacco è partito contro le ‘botticelle’, anche se in questo caso bisogna dire che il relativo regolamento e’ stato fatto. Ma mancherebbero le delibere attuative, che la maggioranza pentastellata non ha portato in Aula. Forse per evitare imbarazzi e spaccature. Così secondo la Lav tutto è rimasto più o meno come prima. Tranne la stretta sugli orari nei mesi più caldi. Ma anche sulla gestione dell’emergenza cinghiali le critiche sono state molte. Perché oltre la triste vicenda dell’abbattimento di alcuni capi, non si capisce che direzione voglia prendere l’amministrazione. Per tutelare gli animali, e nel contempo garantire la salute pubblica. Infine, insoddisfazione è stata manifestata anche sulla scarsità di oasi feline. Luoghi protetti dove ospitare i gatti randagi o abbandonati. In attesa di qualche possibile e auspicata adozione. Per ora l’unico rifacimento è stato quello della struttura di Porta Portese, ma le risorse economiche scarseggiano. Così l’Enpa ha lanciato una proposta forte. Convertire gli ex campi rom sgomberati in aree dedicate ai nostri amici felini. E alle grattare che li accudiscono. Chissà se la Raggi e i suoi assessori ci faranno un pensierino.
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Salviamo il bioparco
Ultima nota dolente, la gestione del bioparco. Qui sono stati gli esponenti dell’Enpa e il presidente Gianluca Felicetti a lanciare l’allarme. Perché la struttura ospitata in un’ala di Villa Borghese non adempirebbe ai compiti previsti fin dalla sua istituzione alla fine degli anni ‘90. Quando prese il posto del vecchio giardino zoologico. Per diventare un’oasi capace di ospitare al meglio gli animali, anche nella prospettiva di rimetterli un giorno in libertà. E di fornire un valido supporto didattico alle scuole. Per aumentare la conoscenza del mondo animale da parte dei ragazzi. E favorire una interazione sempre più stretta e virtuosa tra l’uomo e la fauna che lo circonda. Ma le cose non starebbero affatto così. E il bioparco durante il dibattito moderato dal regista e attore Massimo Wertmuller è stato definito senza mezzi termini una struttura detentiva per animali. Che non educherebbe i bambini a nulla.
Insomma, dagli Stati generali delle associazioni animaliste sono arrivate per ora solo bordate a carico del comune e della giunta a Cinque Stelle. Per una fiducia reciproca che gli esponenti del settore ormai considerano ampiamente tradita.
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