Occupazione del Kant, ora i ragazzi rischiano la denuncia
Ancora alta tensione per l’occupazione messa in atto al liceo Immanuel Kant a Tor Pignattara. Dove i ragazzi del collettivo si sono presi in mano la scuola. E si trovano da qualche giorno in assemblea permanente, per protestare sul modo in cui è ripresa la didattica. Tanti i problemi messi in primo piano dagli studenti, in primo luogo la sicurezza e la disponibilità degli spazi. Ma critiche sono state anche rivolte al trasporto pubblico, e alla gestione degli orari di ingresso e di uscita dagli istituti. Che costringono chi entra dopo a restare in classe quasi fino a sera. Infine, i ragazzi lamentano il fallimento della didattica a distanza al 50%. Che genererebbe confusione e disparità di trattamento. Anche per le attrezzature elettroniche spesso obsolete, e una connessione internet che certo non brilla per efficacia e velocità dei collegamenti. Insomma, tante le rivendicazioni sul tavolo. Che hanno convinto anche i genitori a schierarsi con i loro figli. E a non condannare la scelta di occupare. Che però resta un’opzione illegale, ovviamente non consentita. Ancora più grave di questi tempi. per il rischio di favorire la diffusione del contagio. E per la ovvia violazione delle norme emergenziali di contenimento della pandemia. Così il Kant è diventato una polveriera. Fino allo screzio di sabato scorso tra uno studente e un poliziotto. E il tavolo di ieri dal Prefetto Piantedosi. Per occuparsi anche di questo caso spinoso. Che si vorrebbe risolvere senza alzare troppo i toni.
Scuola nel caos, scioperi e proteste. E vedremo tra due settimane…
L’occupazione del Kant sul tavolo del Prefetto. Ma non si vogliono alzare i toni e il movimento studentesco resta in silenzio
La vicenda della occupazione del liceo classico romano Immanuel Kant è finita dritta dal Prefetto. Ed è stata oggetto della consueta riunione del tavolo provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico. La volontà emersa sembra essere quella di tentare di mettere fine subito alla protesta. Senza però utilizzare il pugno di ferro contro i ragazzi. Che rischierebbe di scatenare una possibile emulazione in città, con conseguenze imprevedibili. Sul piano della regolare prosecuzione della didattica, ma anche dell’ordine pubblico e dell’emergenza sanitaria. Cosa che ovviamente nessuno vuole. Così è partita un’opera di convincimento, puntando proprio sul dialogo con genitori e famiglie. E anche l’associazione dei presidi del Lazio ha preso posizione. Con il suo presidente Mario Rusconi. Che ha invitato i ragazzi a desistere. Anche se tutti riconoscono che le criticità denunciate dai giovani occupanti sono più che reali. Infine, è da registrare lo strano silenzio del Movimento studentesco. Che su tutta questa storia almeno finora non si è fatto sentire. Insomma, sembra che i ragazzi del Kamt a questo punto siamo rimasti soli. E che salvo sorprese questa (unica) occupazione nella Capitale abbia le ore contate.