Offensiva Lega sul coronavirus: “Che ci nascondete a Roma?”
Lega scatenata sul coronavirus a Roma. Ieri è scattata un’offensiva di dichiarazioni e denunce da parte di esponenti del Carroccio verso Zingaretti, l’assessore D’Amato e Virginia Raggi, che lascia immaginare che qualcosa covi sotto la cenere nella Capitale. Il sospetto è che non si stia dicendo tutto ai cittadini. Sono anche annullati i concorsi.
Da Zicchieri a Durigon, da Tripodi a Giannini e alla Corrotti, e ancora De Vecchis e Urciuolo, Politi e Bordoni, un bombardamento di domande per avere notizie serie dagli esponenti leghisti nel territorio.
La Raggi si è accorta del rischio coronavirus a Roma?
Che fa la Raggi, anzitutto, ed è la domanda che ci poniamo tutti. Sul coronavirus dirà magari qualcosa di stizzito, perché non tollera critiche al suo operato, ma non si è ancora sentita la sua voce. Che succede se a Roma arriva il virus? Non c’è traccia ad esempio di una qualche convocazione di un tavolo tecnico tra Regione e Comune per individuare i possibili interventi. Eppure c’è un decreto di governo che potrebbe rappresentare – pur nella sua aleatorietà – un canovaccio di lavoro.
Su Roma gli uffici comunali, cosi’ come le scuole, i mezzi di trasporto e gli ospedali, sono fortemente a rischio. In primis va garantita la sicurezza dei lavoratori, sui quali la Raggi non si e’ mai espressa – secondo il gruppo della Lega in Campidoglio – e garantire misure igieniche e sanitarie per chi frequenta o si trova in degenza nei luoghi. Agire oggi significa evitare danni molto piu’ gravi nelle prossime settimane.
Durissimo il coordinatore romano, Durigon: “Con l’Italia al quarto posto mondiale per contagi, non sappiamo che rischio si corra a Roma e sarebbe il caso che se lo chiedesse anche la sindaca. Con 1,34 milioni di persone che ogni giorno entrano nella Capitale, è un’area fortemente a rischio contagio, quindi chiediamo a Virginia Raggi se siano in atto dei controlli in tutte le zone sensibili, quali ospedali, scuole, stazioni, e se è previsto un piano d’emergenza o un tavolo con la Regione. Ci auguriamo di non assistere alle beghe che abbiamo visto sui rifiuti, perché qua si parla della salute dei cittadini e non dobbiamo perdere tempo”.
La Lega a Zingaretti: “Devi riferire alla Pisana”
Poi, regione nel mirino del Carroccio. Per il segretario regionale Zicchieri “l’assessore D’Amato ha perso ogni contatto con la realtà. Bisogna agire da subito per fare controlli su tutti e presso tutti i luoghi sensibili, quali stazioni, scuole, ospedali e uffici”.
Ancora più severo con l’assessore il consigliere Giannini: “I tamponi a domicilio per chi torna dalle aree a rischio e presenta sintomi come dichiarato dall’assessore regionale alla Sanita’ non sono sufficienti a risolvere la grave emergenza in atto. I tamponi vanno eseguiti anche a chi non presenta sintomi considerata la lunga incubazione del virus”. Per Giannini, “non sono ammissibili approcci ‘buonisti’ in stile zingarettiano. Ora si agisca con la massima determinazione”. Pure la stessa Laura Corrotti attacca la giunta regionale.
Sarà incandescente la battaglia in regione, afferma il capogruppo leghista, Angelo Tripodi: “Un’emergenza non si può affrontare nell’assemblea del Pd invitando sul palco il professore Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, né tacciando di razzismo Matteo Salvini per aver chiesto la quarantena e le misure straordinarie di controllo. Zingaretti deve relazionare – aggiunge il capogruppo regionale del Carroccio – i cittadini del Lazio sulle disposizioni messe in campo al fine di potenziare la macchina del soccorso e di evitare i presunti contagi e l’eventuale diffusione”.