Omaggio a Gianfranco Chiti, il prete-generale della Repubblica Sociale che salvò ebrei e partigiani
Sabato 11 e domenica 12 settembre 2021 si terranno le celebrazioni del centenario della nascita di Padre Gianfranco Maria Chiti, militare e francescano. A organizzare gli eventi è l’associazione “Allievi di Padre Chiti”, composta dagli Allievi Sottufficiali dei Corsi di formazione svolti nel periodo 1973-1978 nella Scuola di Viterbo, quando questa fu comandata dallo atesso Chiti. Si inizia sabato, alle ore 10, con un convegno che si svolgerà nella sala conferenze del convento dei Frati Cappuccini, in via Veneto 21. Alle 17, in via Migiurtina 42, sulla facciata della casa romana dove abitò, sarà scoperta una targa commemorativa. Domenica, alle ore 11, si terrà la solenne celebrazione della Santa Messa in onore di Padre Chiti, nel convento dei Cappuccini in via Veneto 27. Durante gli eventi sarà garantito il rispetto della normativa anti-covid.
Nella Rsi Chiti si distinse per opera di pacificazione
Gianfranco Chiti nacque a Gignese (all’epoca provincia di Torino, oggi Verbano-Cusio-Ossola) il 6 maggio 1921, e trascorse l’infanzia a Pesaro. A 15 anni entrò alla Scuola Militare di Milano, sorretto da un forte amor di Patria. Sottotenente dei Granatieri di Sardegna, partecipò alla seconda guerra mondiale sui fronti di Slovenia, Croazia, Grecia, Russia e Italia. Ferito in combattimento e decorato, dopo l’8 settembre aderì alla Repubblica Sociale Itlaiana, dove si distinse per l’opera di pacificazione, salvando la vita a ebrei e partigiani, favorendo lo scambio di prigionieri ed evitando rastrellamenti. Per la sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana lo imprigionarono a Torino, Coltano, Laterina, da dove uscì il 20 dicembre 1945. Sottoposto a giudizio di epurazione, venne completamente scagionato.
Nel 1978 indossò il saio dei Cappuccini
Riammesso in servizio con l’Esercito Italiano, ricoprì importanti incarichi di comando, ultimo in ordine di tempo quello prestigioso di Comandante della Scuola Allievi Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo. Congedatosi con il grado di Generale, il 30 maggio 1978 si presentò al convento di noviziato dei Cappuccini di Rieti, chiedendo di indossare il saio e di seguire la Regola di San Francesco d’Assisi. Il 22 ottobre entrò ufficialmente nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini divenne sacerdote il 12 settembre 1982. Nel 1990 ebbe l’incarico di ricostruire il convento dei Cappuccini in Orvieto, ridotto a un rudere e chiuso da quasi 60 anni, senza acqua, luce e con il tetto crollato. Trasformò il tempio abbandonato in un’oasi di pace e spiritualità.
Morì a Roma nel 2004 e nel 2019 divenne Beato
Morì nell’ospedale militare Celio di Roma il 20 novembre 2004. L’8 maggio 2015si aprì il Processo Diocesano di Beatificazione e Canonizzazione, concluso favorevolmente il 30 marzo 2019. Devoto alla Madonna, sempre pronto a fare il Bene di chiunque avesse bisogno, a donare una parola di conforto, a compiere un gesto di carità cristiana. È stato un educatore, un maestro, una guida per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.