Ombre dal passato per l’assessore dem D’Amato:i magistrati contabili gli presentano il conto
Oggi i giornali rilanciano la storia dell’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato risalente al 2006. Quella storia secondo cui i fondi per l’Amazzonia sareebbero invece finiti nella campagna elettorale dello stesso D’Amato, esponente del Pd. Infatti, con i tempi della giustizia italiana, il relativo processo penale (per truffa aggravata) era passato in cavalleria con la prescrizione. Ma la vicenda contabile no, Tanto che adesso la Corte dei Conti ha fatto pervenire all’assessore del pd una citazione in giudizio per quei fondi. E in questo atto dei magistrati contabili all’assessore D’Amato per danno erariale si parla di cattiva gestione e possibili conflitti di interesse ma anche di “comportamenti illeciti”, riporta Domani.
Soldi destinato all’Amazzonia finiti altrove
La storia coinvolse due associazioni, una delle quali è “Fondazione Italia, Amazzonia onlus”, che a suo tempo ricevette ben due finanziamenti da parte della Pisana. Uno era di 70mila euro e l’altro da 205mila. Con questi soldi si sarebbe dovuto sviluppare un “programma pubblico di promozione di iniziative di carattere sociale, culturale e sportivo di peculiare interesse” per l’ente .Insomma, servivano per uno dei tanti progetti in favore delle culture delle popolazioni amazzoniche. Ma che invece, dice la citazione in giudizio sulla base della ricostruzione delle Fiamme Gialle, sarebbero serviti a ben altro. E precisamente a finanziare indebitamente “l’attività politica e di propaganda elettorale svolta dall’associazione Rosso Verde-Sinistra europea” che, come l’altra associazione, fa riferimento all’assessore D’Amato.
D’Amato ha presentato una memoria difensiva dicendosi estraneo ai fatti
Il quale ha immediatamente presentato una memoria difensiva. “Sono totalmente estraneo ai fatti contestati che risalgono a oltre quindici anni fa. Sono assolutamente sereno e ho piena fiducia nei giudici. Nelle controdeduzioni che i miei legali hanno depositato è ampiamente dimostrata la mia estraneità e confido che la mia posizione sarà definitivamente chiarita”. Però, a quanto pare, c’è di più. Secondo Repubblica, l’assessore e i suoi coimputati avrebbero tentato di pagare di meno e anche di vedere esclusa anche la propria responsabilità nel danno erariale. Come ? Scaricando tutto su un coimputato. Insomma, dice Repubblica, l’assessore e tre suoi collaboratori avrebbero puntato sul rito abbreviato, che consente di chiudere la vicenda pagando meno della metà del risarcimento richiesto, ma ha anche chiesto che venisse indicata come unica responsabile una collaboratrice.
Ora l’udienza è rinviata a giugno
Una richiesta che i magistrati hanno dichiarato inammissibile, rinviando l’udienza a giugno. La situazione ora si complica, prosegue Repubblica. Se la Corte dei Conti accoglierà la richiesta di abbreviato, l’assessore se la caverà a buon mercato, anche se vuol dire una ammissione di responsabilità che politicamente potrebbe pesare. Nel caso in cui si affonti invece il giudizio ordinario, D’Amato rischia sia di dover pagare sia una eventuale condanna per un danno erariale particolare, ossia di fondi per l’Amazzonia che sono finiti invece nella sua ampagna elettorale. Una vicenda su cui ha presentato un’interrogazione il consigliere regionale leghista Angelo Tripodi, che ha chiesto un giro di vite sui fondi a organizzazioni di cui fanno parte consiglieri o assessori del Lazio.