Omicidio Cerciello: ridotta pena per i due imputati, 15 anni a Elder e 11 a Hjort

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Omicidio Cerciello: la corte d’appello del tribunale di Roma ha condannato Finnegan Lee Elder alla pena di 15 anni e 2 mesi di reclusione, mentre Natale Hjorth è stato condannato a 11 anni e 4 mesi di reclusione, con una multa di 800 euro. Questa, la sentenza d’appello bis del processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 luglio del 2019 nel quartiere Prati di Roma.

Legale Elder: “Non aveva capito di avere di fronte forza pubblica”

“Con la sentenza dell’appello bis si delinea “tutto un altro scenario, come è giusto che sia. Noi poche ore dopo aver parlato con Finn avevamo messo le nostre facce per spiegare come lui non si fosse reso conto di trovarsi di fronte a degli agenti della forza pubblica. Ci sono voluti 5 anni. Finalmente abbiamo una corte che potrà dormire tranquilla questa notte perché ha preso, in coscienza, una decisione giusta”.

Lo ha detto l’avvocato Renato Borzone, che insieme a Roberto Capra, rappresenta Finnegan Lee Elder imputato nel processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, commentando la sentenza della corte d’appello del tribunale di Roma.

“A nome della famiglia Elder esprimiamo dolore e dispiacere per la scomparsa del carabiniere”

“Ci sarebbe qualcosa da dire su quello che è successo in passato nel corso del processo, ma non è questo il momento – ha aggiunto -. Era importante dare conferma all’opinione pubblica, anche internazionale e che in Italia ci sono dei magistrati attenti al recupero del detenuto, alla possibilità per il detenuto avere una chance ulteriore nella vita. È chiaro che Finnegan Elder dovrà trascorrere ancora del tempo in prigione. Questo con le caratteristiche personali sarà un’ulteriore sofferenza. Ma ci rendiamo conto della grande sofferenza della famiglia del carabiniere. A nome della famiglia Elder, pur nella differenza delle posizioni, esprimiamo dolore e dispiacere per la scomparsa del carabiniere morto“.

Legale vedova: “Mi chiedo come sarebbe andata in America”

Non commento il dispositivo, aspettiamo le motivazioni. Mi chiedo però quale sarebbe stata una pena equa in America se due ragazzi italiani, in una calda serata di luglio, avessero dapprima cercato di acquistare della cocaina, per poi mettere in scena un tentativo di scambio cocaina-zainetto, quindi una tentata estorsione, e se infine avessero ammazzato barbaramente un poliziotto americano“.

Sono le parole del legale della vedova del vicebrigadiere dei carabinieri, Massimo Ferrandino, commentando la sentenza della corte d’appello del tribunale di Roma.

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