Omicidio Ilaria Sula, il Gip: Mark Samson l’ha uccisa, poi è andato a mangiare una piadina con un’amica

Un racconto da brividi. Dopo aver tolto la vita a Ilaria Sula, 22 anni, Mark Antony Samson, 23, si è liberato del corpo e, senza battere ciglio, è andato a mangiare una piadina con un’amica della vittima. Con lei ha parlato di problemi di coppia, del compleanno del fidanzato di lei, perfino dei cornetti comprati per una ragazza immaginaria. Come se nulla fosse appena accaduto.
È quanto emerge dall’ordinanza cautelare firmata dal gip di Roma. Parole che fanno rabbrividire. Secondo il giudice, Samson si è mostrato subito freddo, calcolatore, lucido. Mentre amici e familiari cercavano disperatamente Ilaria, lui inviava messaggi al padre della ragazza fingendosi lei, alimentando la speranza che fosse ancora viva. Lo stesso ha fatto con le sue amiche, mantenendo viva l’illusione con una calma glaciale.

Il ritratto del killer
Nel documento il gip descrive un comportamento inquietante: “Samson rientra nella normalità sin da subito, come se nulla fosse accaduto”. Un’assenza di empatia e un sangue freddo che cozzano con le sue precedenti dichiarazioni, in cui diceva di non poter vivere senza Ilaria, definendola la “ragione per cui sorrideva”.
Durante l’interrogatorio, il 23enne è apparso più colpito dalle chat di Ilaria con altri ragazzi che dal ricordo di quella mattina del 26 marzo in cui le ha tolto la vita. La sua “sofferenza” – riporta l’ordinanza – era legata alla perdita del proprio equilibrio, non alla vita che aveva spezzato.
Una relazione tossica e ossessiva
Secondo quanto ricostruito dal giudice, Ilaria e Mark si erano conosciuti nel 2023 sul luogo di lavoro e avevano iniziato a frequentarsi il 30 aprile. Ma la relazione diventa sempre più tesa, soprattutto quando lei gli chiede di vedere i suoi voti universitari. Un dettaglio apparentemente banale, che però per lui rappresenta un trauma irrisolto fin dall’infanzia.
Quando lei gli dà un ultimatum, tutto precipita. La loro relazione entra in una fase confusa, fatta di continue interazioni, ma senza chiarezza. Lui non accetta la possibilità che lei voglia vivere altre esperienze. Si sente minacciato dalla sua crescente indipendenza, al punto da non tollerare nemmeno l’iscrizione di Ilaria a una piattaforma per conoscere nuove persone.
“Non riusciva ad accettare la fine”: il pretesto di una mente ossessiva
Nei giorni che precedono il delitto, Ilaria appare più distante. Vuole uscire con le amiche, vivere la propria libertà. Lui, invece, oscilla tra la negazione e l’ossessione, continuando a cercarla, incapace di accettare che la relazione fosse finita. Il gip scrive chiaramente: “Samson non ha mostrato dolore per la vita che ha distrutto, ma solo per la propria perdita personale”.
Una freddezza che oggi appare inaccettabile. Una storia che, ancora una volta, racconta il volto più tragico e agghiacciante della violenza di genere. Quella che non nasce da un raptus, ma da un controllo malato, da un’ossessione mascherata da amore.