Omicidio Simonetta Cesaroni: sul portiere Vanacore le pressioni di 007 e della Polizia di Roma

Da sinistra, Simonetta Cesaroni e Pietrino Vanacore, a Roma, coinvolti nel caso del giallo di via Poma
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Il caso dell’omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto il 7 agosto 1990 in un appartamento di via Poma a Roma, torna prepotentemente al centro dell’attenzione. Al centro delle indagini, una nuova rivelazione che potrebbe riscrivere parte della vicenda: Pietrino Vanacore, il portiere dello stabile, avrebbe mentito per proteggere la propria famiglia, spinto da pressioni esercitate da due funzionari dello Stato.

Secondo quanto emerge da una recente ordinanza della gip romana Giulia Arcieri, Vanacore avrebbe lasciato una lettera olografa prima di togliersi la vita nel 2010. In questo documento, il portiere avrebbe dichiarato di essere stato costretto a mentire, poiché ricattato. Le pressioni sarebbero arrivate da un ispettore della Polizia di Roma, Antonio Del Greco, e da un ex agente dei servizi segreti, Sergio Costa. La lettera, secondo la gip, sarebbe stata destinata alla distruzione alla morte della moglie di Vanacore, Giuseppa De Luca.

Sull’omicidio di Simonetta Cesaroni un mosaico di segreti

La figura di Pietrino Vanacore si conferma cruciale in una vicenda costellata di misteri e ombre. Secondo la gip, la lettera sarebbe stata scritta per proteggere la moglie e la famiglia da possibili conseguenze legate alla rivelazione della verità. La giudice sottolinea che è plausibile che il portiere abbia deciso di mantenere il segreto solo per tutelare i propri cari.

Le indagini, che rischiavano di chiudersi senza risposte definitive, riprendono ora nuova linfa grazie a questa possibile svolta. Tuttavia, resta il dubbio sull’effettiva esistenza del documento. La fonte di questa informazione è un giornalista che si è occupato del caso in passato e che è stato sentito dai pubblici ministeri. I carabinieri, pur nutrendo perplessità, non escludono alcuna ipotesi.

Su Vanacore pressioni di 007 e Polizia di Roma, voleva proteggere la famiglia

La lettera di Vanacore sarebbe stata concepita come un estremo tentativo di protezione. Giuseppa De Luca, la moglie del portiere, viene ora indicata dalla gip come una figura chiave. Secondo Arcieri, la donna potrebbe sapere molto più di quanto abbia mai dichiarato agli inquirenti. Il messaggio di Vanacore, se confermato, rappresenterebbe un tassello fondamentale per ricostruire un quadro più chiaro dell’intera vicenda.

La giudice ha ordinato nuovi interrogatori per fare luce su queste ombre. Tra le figure da ascoltare spicca Donatella Ronchietto, moglie di Mario Vanacore, figlio di Pietrino. Presente nella notte in cui fu scoperto il corpo di Simonetta, Ronchietto non ha mai reso dichiarazioni ufficiali sul caso. Ora, secondo la gip, il suo contributo potrebbe rivelarsi decisivo per comprendere dinamiche e relazioni finora ignote.

Dichiarazioni sospette

Un ulteriore elemento di interesse riguarda le parole di Mirko Vanacore, altro figlio del portiere, che in passato ha rilasciato dichiarazioni enigmatiche. Parlando al settimanale “Gente”, Mirko ha affermato che il padre “vedeva altro, probabilmente”. Queste parole aprono a nuovi scenari, suggerendo che Pietrino Vanacore potrebbe essere stato testimone di elementi cruciali mai rivelati.

Un enigma senza fine

L’omicidio di Simonetta Cesaroni rimane un mistero irrisolto, un enigma che continua a sfuggire alla giustizia. Ogni nuovo elemento aggiunge complessità a una vicenda già intricata. La possibile esistenza di una lettera olografa apre spiragli su un passato fatto di segreti, ricatti e silenzi. La famiglia Vanacore, ancora al centro della scena dopo oltre trent’anni, potrebbe detenere la chiave per fare luce sulla verità. Gli interrogativi restano molti: cosa sapeva davvero Pietrino Vanacore? Quali pressioni ha subito? E soprattutto, cosa cela quel messaggio mai ritrovato?

La verità su via Poma potrebbe essere più vicina di quanto si pensi. Ma, come spesso accade nei grandi misteri, ogni risposta rischia di generare nuove domande. Fino a quando non si troveranno prove definitive, l’ombra di un segreto irrisolto continuerà a incombere su uno dei casi più discussi della cronaca italiana.