Omicidio Willy: salta l’ergastolo per i fratelli Bianchi, la condanna è 24 anni

colleferro willy

Cade in appello la condanna all’ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, in relazione all’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ucciso durante un pestaggio a Colleferro, nel settembre del 2020. La pena decisa dai giudici della corte d’assise d’appello è quella di 24 anni di reclusione. Per i Bianchi sono state riconosciute le attenuanti generiche. Sono state invece ribadite le altre condanne: 21 anni inflitti a Mario Pincarelli e i 23 anni a Francesco Belleggia. Belleggia è stato condannato a 23 anni ma non ha mai fatto un giorno di carcere dato che gli sono stati concessi i domiciliari. In aula, questa mattina anche Lucia e Armando Monteiro, genitori della vittima.

Il rappresentante dell’accusa il 27 aprile scorso aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per Marco e Gabriele Bianchi e di ribadire, per l’accusa di concorso, i 21 anni inflitti a Mario Pincarelli e i 23 anni a Francesco Belleggia. La difesa aveva chiesto l’assoluzione oppure, in seconda battuta, la derubricazione del reato contestato, da omicidio volontario a preterintenzionale. Quindi, in terza battuta i difensori hanno chiesto il minimo della pena con l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi. Infine, solo per i Bianchi, il riconoscimento delle attenuanti generiche.

Willy, nella notte tra il 5 e 6 settembre 2020, aveva trascorso la serata insieme ad amici nel locale Due di Picche in centro a Colleferro. Secondo la ricostruzione, il giovane stava tornando a casa quando e’ stato rallentato da una lite innescata da Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, entrambi di Artena, con alcuni giovani avventori del locale. Poco dopo, chiamati da altri giovani artenesi, sul posto sono giunti i fratelli Bianchi, noti picchiatori della zona, esperti della disciplina da combattimento Mma. Sarebbe stato il loro arrivo, a scatenare la violenza che si e’ concentrata su Willy, pestato e ucciso, secondo la corte d’assise di Frosinone, a calci e pugni dai 4 imputati. Dello stesso avviso e’ stato, nel processo in corte d’appello, anche il procuratore generale Giangiacomo Bruno che ha chiesto la conferma delle condanne.