Onore al Tricolore, che oggi compie 227 anni. Ce lo regalò Napoleone
Il Tricolore italiano compie 227 anni oggi 7 gennaio 2024. Era il 1797 quando si scelse come vessillo della Repubblica Cispadana. Da allora, verde, bianco e rosso sono il simbolo dell’unità nazionale e parte integrante della nostra identità”. Così il ministro della Difesa Crosetto su X. “Ricorre oggi il 227° anniversario della nascita, per volontà del Parlamento della Repubblica Cispadana, riunito a Reggio Emilia, del primo Tricolore rosso, bianco e verde. Radicandosi nelle tappe della storia d’Italia, è giunto sino ad oggi, simbolo della Patria”, afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 227° anniversario della nascita del Tricolore.
Mattarella: il Tricolore patrimonio di storia e cultura
“La Costituzione – prosegue Mattarella – afferma, con l’articolo 12, il Tricolore come Bandiera della Repubblica, emblema del nostro Paese. In essa si identificano quei sentimenti di coesione e identità nazionale e quegli ideali di libertà, democrazia, giustizia sociale e rispetto dei diritti dell’uomo che sono le fondamenta della nostra comunità e animano la coscienza civile nelle sue varie espressioni. Del Tricolore, patrimonio di storia e cultura, andiamo, giustamente orgogliosi. In esso si riconoscono le concittadine e i concittadini stimolati nell’impegno di rendere vivi i valori della Costituzione. Viva il Tricolore, viva la Repubblica”, conclude il presidente.
Meloni: con orgoglio ne omaggiamo i valori
“Nella Giornata Nazionale della Bandiera celebriamo il nostro Tricolore, che da 227 anni ci accompagna. Con orgoglio ne omaggiamo i più alti valori, perché onorare la Bandiera italiana vuol dire anche conservare e custodire la nostra storia e le nostre radici. Viva la Bandiera italiana. Viva l’Italia”, scrive su X la premier Giorgia Meloni, in occasione del 227° anniversario del Tricolore. Il 7 gennaio di ogni anno infatti si celebra la Festa del Tricolore, ufficialmente conosciuta come Giornata nazionale della Bandiera, istituita dalla legge n. 671 del 31 dicembre 1996, commemorativa della bandiera nazionale italiana.
La bandiera ispirata da quella francese
Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, che debba portarsi da tutti”, si legge sul sito del Quirinale. Ma perché questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790.
I militari italiani affiancarono l’esercito di Napoleone
E anche i reparti militari “italiani”, costituiti all’epoca per affiancare l’esercito di Bonaparte ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo quella regione:: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell’antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell’Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli.
Solo nel 1925 una legge definì la bandiera italiana
Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenente quattro frecce circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi. Il 17 marzo 1861 venne proclamato il Regno d’Italia e la sua bandiera continuò a essere, per consuetudine, quella della prima guerra d’indipendenza. Ma la mancanza di una apposita legge al riguardo – emanata soltanto per gli stendardi militari – portò alla realizzazione di vessilli di foggia diversa dall’originaria, spesso addirittura arbitrarie. Soltanto nel 1925 si definirono, per legge, i modelli della bandiera nazionale e della bandiera di Stato.
Quest’ultima (da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche) avrebbe aggiunto allo stemma la corona reale. Dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall’Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale.