Open day per la carta d’identità elettronica. Chiamatelo col suo nome: un’autentica sòla (video)

Lo hanno chiamato Open Day per avere subito la carta d’identità elettronica. Ma anziché Open Day facevano prima a chiamarlo alla romana “sòla”. Se non ci credete, sentite come è andata davvero. “Questa mattina in sette Municipi (I, III, IV, VI, VIII, XI e XIII) si sono svolti infatti gli Open Day per accogliere le richieste per la carta d’identità elettronica senza prenotazione. Fin dalle prime ore c’è stato un massiccio afflusso di persone e il personale, che si coglie l’occasione di ringraziare di cuore, sta profondendo ogni sforzo per soddisfare la domanda”. Così Andrea Catarci Assessore al Decentramento, Partecipazione e Servizi al territorio per la città dei 15 minuti di Roma Capitale. In realtà è stato un caos totale,
Sbugiardata la giunta Gualtieri
”Flop clamoroso dell’Open Day per le carte di identità: lunghe file, anche sotto la pioggia, per restare a bocca asciutta. Questa mattina centinaia di romani, nell’illusione di poter rinnovare i propri documenti, hanno partecipato all’iniziativa organizzata dall’amministrazione Gualtieri, che non prevedeva prenotazioni. A leggere le dichiarazioni dell’Assessore Catarci, sarebbe stato un successo. Ad ascoltare i romani intervistati nel tg regionale e le segnalazioni che ci sono arrivate dai municipi, quella che doveva essere una felice iniziativa, preludio della Città dei 15 minuti sbandierata dal Sindaco in campagna elettorale, si è trasformata in un incubo”. Così, in una nota, Flavia De Gregorio, Dario Nanni e Francesco Carpano, consiglieri capitolini della Lista Civica Calenda.

Disastro open day Carte d’identità a Roma. #gualtieri #capaci #incapaci #15minuti pic.twitter.com/klOaLlySYO
— antonio de santis (@antoniodesant21) April 2, 2022
Open Day: in alcuni Municipi hanno chiamato la polizia
”File senza gestione, numeretti dati in ritardo, persone anziane lasciate in piedi per ore, forze dell’ordine chiamate ad intervenire in alcuni quartieri. Il massiccio afflusso dei partecipanti era facilmente prevedibile. Un minimo di organizzazione sarebbe stata necessaria. Davvero una pessima figura per Roma Capitale in epoca di amministrazione digitale. A farne le spese, come sempre, i cittadini. Invece di chiedere collaborazione, l’assessore Catarci chieda scusa ai romani”.