Operazione a luci rosse a Fiumicino: la dogana sequestra oltre 11mila tra vibratori e sex toys

sex toys


Oltre 11.328 giocattoli per adulti, meglio noti come sex toys, sono stati sequestrati dall’’Ufficio delle Dogane di Roma2, in servizio presso l’aeroporto internazionale di Fiumicino.

I funzionari Adm dell’Ufficio delle Dogane di Roma2, in ottemperanza a quanto disposto dall’Ufficio Extradipartimentale della Polizia Metropolitana di Roma Capitale, procederanno al controllo della messa in sicurezza di 11.328 sex toys e 18.292 batterie elettriche precedentemente sequestrati.

La necessità di conformazione dei prodotti, spiega una nota, dotati di circuiti elettrici per il controllo delle funzioni di vibrazione e delle batterie necessarie per la loro alimentazione, è dovuta all’assenza del simbolo raffigurante il “cassonetto barrato” previsto dalla Direttiva 2006/66/CE, relativa a pile, accumulatori e rifiuti di pile e dalla direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). Quest’ attività è la fase conclusiva di un controllo sulla sicurezza dei prodotti e a tutela dell’ambiente effettuato dall’Ufficio delle Dogane di Roma 2 su due container di articoli per adulti provenienti dalla Cina e destinati a una società italiana del settore. La verifica della merce ha permesso ai funzionari Adm di accertare la difformità dei prodotti e delle batterie posti al loro all’interno o nelle confezioni.

Sex Toys: impennata di vendite con il lockdown

Una ricerca di mercato ha stimato nel 50 per cento la crescita della vendita di sexy toys, nel periodo del lockdown dovuto alla pandemia. Una impennata che ha attirato l’interesse degli imprenditori, che hanno incrementato la vendita on line di oggetti per il piacere sessuale.

La merce non conforme era stata posta sotto sequestro cautelare in ottemperanza delle previsioni del D.Lgs 188/2008 e del D.Lgs 49/2014 con conseguente inoltro di rapporto alla Città Metropolitana di Roma Capitale, autorità competente all’irrogazione della sanzione. Le violazioni in capo alla società importatrice, che risultava anche non iscritta al Registro nazionale dei soggetti tenuti al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di pile e accumulatori, hanno comportato l’applicazione di sanzioni complessivamente previste da un minimo di 1 milione di euro a un massimo di 20 milioni di euro circa.