Ordigno della seconda guerra mondiale uccide un bimbo di 10 anni
E’ morto all’ospedale di Pordenone il piccolo di 10 anni di Vivaro (Pordenone) rimasto gravemente ferito nel pomeriggio nella sua abitazione per l’esplosione di un ordigno bellico rinvenuto e portato a casa dal nonno. A nulla sono valse le cure dei sanitari. Lo stesso parente e’ tutt’ora ricoverato nello stesso nosocomio in gravi condizioni. Sul posto della disgrazia i Carabinieri di Spilimbergo per le indagini.
Porta un ordigno della seconda guerra mondiale in casa: poi la tragedia
Come riporta Il Gazzettino, Gabriele Cesaratto, il bimbo di 10 anni, è stato investito dalla deflagrazione dell’ordigno bellico, scoppiato nel garage di un’abitazione di Vivaro, in via del Pozzo. Gravissime le lesioni riportate dal bimbo. Fin da subito le sue condizioni si erano mostrate critiche. Immediato l’arrivo degli operatori sanitari del 118 con il supporto dell’elisoccorso. Il bimbo era stato rianimato sul posto e ricoverato d’urgenza all’ospedale Santa Maria della Misericordia, è morto poco dopo. Il nonno è stato trasportato in ospedale in codice rosso.
I bombardamenti delle truppe alleate
Il Bomber Command della Royal Air Force, attivo dal 1936 al 1968, ebbe nella seconda guerra mondiale il compito di organizzare le attività di bombardamento strategico della Raf sul teatro europeo. Quasi 400.000 missioni operative ebbero come obiettivo la Germania, l’Italia e i paesi occupati, spesso in concorso con l’aviazione degli Stati Uniti. In questo il Bomber Command fece propri una serie di obiettivi su vasta scala: distruggere le infrastrutture e l’apparato produttivo e bellico dell’Asse; creare masse di sfollati con i conseguenti problemi logistici, ovvero la dehousing policy; colpire deliberatamente il morale della popolazione civile con il cosiddetto moral bombing cercando di rovesciare l’opinione pubblica contro i loro stessi governi ed infine preparare il terreno per gli sbarchi o le avanzate delle truppe alleate. L’ordigno che ha ucciso Gabriele ha colpito 80 anni fa. Tragico effetto collaterale della guerra.