Ordinanza contro la mala movida, fioccano controlli e chiusure in città

L’ordinanza contro la mala movida firmata dal sindaco Gualtieri è in vigore dal 3 febbraio. E salvo proroghe, scadrà il 7 marzo. Si tratta di un provvedimento forte, richiesto dai residenti e dai comitati dei quartieri più soggetti alle scorribande e agli schiamazzi nel fine settimana. Un atto che ha anche determinato polemiche, con una considerazione ovvia. Se si limita la fruizione della città alle 22 del sabato sera, i giovani comunque andranno altrove. E saranno più difficilmente controllabili. In ogni caso, le nuove regole impongono la chiusura dei famigerati mini market alle 22, e l’obbligo per i gestori dei bar e dei locali di garantire la quiete pubblica negli spazi antistanti ai loro esercizi commerciali. Qualcuno si è comportato bene, come risulta dai controlli effettuati dalle Forze dell’ordine e dalla Polizia locale ad esempio a Testaccio e a Trastevere. Altri però, non hanno ubbidito. E sono scattate le sanzioni, con chiusure di 5 giorni e multe fino a 400 euro, per 17 locali trovati aperti nonostante i divieti. E quindi non in regola con le nuove normative vigenti in tutto il territorio cittadino.

I controlli a Piazza Bologna, Trieste Salario e Nomentano

I carabinieri della compagnia Roma Parioli hanno agito tra Trieste-Salario, Bologna e Nomentano. Sorprendendo e sanzionando 5 minimarket con le serrande alzate dopo le 22, nel mancato rispetto dell’ordinanza del 3 febbraio (che, ricordiamo, è valida solo nei weekend e scadrà il 6 marzo). Così i negozi sono stati sanzionati con lo stop per 5 giorni e una multa ai titolari da 400 euro ciascuno.

Inoltre, i carabinieri hanno multato un locale per disturbo alla quiete pubblica e 16 persone sono state multate perché sorprese a consumare bevande alcoliche in strada. Due giovani studenti sono anche stati trovati in possesso di 4 grammi di marijuana. Nei pressi di piazza Bologna il titolare di un bar è stato multato dai militari perché al di fuori del suo locale non si è preoccupato di evitare situazioni di disturbo alla quiete pubblica, come imposto dal regolamento urbano. In totale la compagnia Roma Parioli nella serata del 4 febbraio ha identificato 135 persone ed eseguito verifiche su 52 veicoli.

La situazione a Termini, San Lorenzo e Trastevere

Gli agenti della polizia locale di Roma Capitale, invece, si sono dedicati al Centro storico, stazione Termini, Prati e San Lorenzo. Con oltre 250 esercizi commerciali controllati. La chiusura per 5 giorni è scattata per ben 11 attività trovate aperte oltre l’orario consentito. Accertamenti da parte degli agenti anche per verificare il rispetto delle disposizioni anti-Covid, dal corretto utilizzo dei dispositivi di protezione personale al regolare possesso del green pass. Oltre 350 multe elevate durante controlli mirati per contrastare comportamenti pericolosi alla guida.

I Falchi della Squadra Mobile della Polizia di Stato, di supporto ai servizi rafforzati di controllo del territorio, si sono dedicati invece a due delle “piazze” della movida più attenzionate, San Lorenzo e Trastevere. Nel primo caso, venerdì 4 febbraio gli agenti del commissariato e personale dell’Arma dei carabinieri hanno controllato 110 persone e 62 green pass. Con due soggetti sanzionati poiché sprovvisti della certificazione verde. Due persone deferite all’Autorità Giudiziaria per possesso di sostanze stupefacenti, un arresto sempre per droga e una sanzionata per detenzione per uso personale. All’interno di un locale gli agenti hanno rinvenuto sostanza stupefacente, procedendo con il provvedimento di sospensione della licenza. In totale sei gli esercizi commerciali controllati.A Trastevere, tra piazza Trilussa, piazza San Callisto e piazza di SantìEgidio. Mentre gli agenti del commissariato di zona e i carabinieri hanno controllato 318 persone all’interno di 14 attività commerciali, due delle quali sanzionate.

Le proteste, così la città muore e i giovani andranno altrove

La chiusura dei negozi di vicinato non ha conseguenze dirette su quello che viviamo”. A dirlo è Patrizia Centra dell’associazione Viva San Lorenzo, da mesi in prima linea contro il fenomeno. “Le proposte che avevamo avanzato negli incontri con la presidente del Municipio Del Bello – prosegue – erano più articolate. Chiusura di tutti i locali alle 24, maggiore presidio delle forze dell’ordine, più controlli sugli esercizi commerciali riguardo il rispetto delle norme di gestione, quindi quelle sul lavoro, sull’igiene, sul controllo di ciò che accade all’esterno. E poi non si vanno a toccare realtà come finte gallerie d’arte e librerie che vendono alcol e non rispettano gli orari. In ultimo, prendo atto che nei tavoli che hanno deciso questa ordinanza è mancata la voce dei cittadini, unici a subire sulla loro pelle i problemi della mala movida”.