Orrore a Castel Sant’Angelo: trovato impiccato un vigilante
Un addetto alla vigilanza è stato trovato impiccato in una stanza di Castel Sant’Angelo a Roma. L’allarme è scattato intorno alle 18.
Sul posto i carabinieri della stazione San Pietro e del Nucleo investigativo di via In Selci per i rilievi. Si ipotizza il suicidio. L’uomo è stato trovato impiccato con una cinta attorno al collo.
Meta ambita di turisti e visitatori, Castel Sant’Angelo, collegata con un corridoio segreto con gli appartamenti del Papa, il famoso passetto, vanta anche una serie di leggende macabre. Venne infatti adibito a prigione politica nell’Ottocento. Si parte dal cortile delle fucilazioni (la denominazione, risalente all’età moderna, fu suggerita dall’ipotesi che qui si eseguissero le pene capitali che non volevano essere rese pubbliche.).
Ma all’interno della fortezza sorgevano numerosi gli ambienti destinati al carcere, ancora oggi visitabili.
La segreta più temuta era quella detta Sammalò o San Marocco, sul retro del bastione di San Marco. Il condannato vi veniva calato dall’alto e non aveva spazio per poter stare né in piedi, né sdraiato. La cella era anticamente uno dei quattro sfiatatoi che davano aria alla sala centrale del Mausoleo di Adriano.
Nel piano inferiore della costruzione c’erano le celle riservate ai personaggi di riguardo, uno per tutti lo scultore Cellini. Mentre a destra della Loggia di Paolo III si trovano undici celle utilizzate per i prigionieri politici.
Tra i prigionieri famosi, ricordiamo gli umanisti Platina e Pomponio Leto, Beatrice Cenci, condannata a morte nonostante la giovanissima età e Giordano Bruno, oltre ai patrioti italiani durante il Risorgimento.