Ospedale San Giacomo. La Lega: “Zingaretti rispetti la sentenza e lo riapra subito”
“Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, non faccia le orecchie da mercante e rispetti la sentenza del Consiglio di Stato che, con dispositivo del 7 marzo scorso, ha annullato la chiusura dell’ospedale San Giacomo di Roma”. A chiederlo in una nota sono Fabrizio Santori e Monica Picca del direttivo romano della Lega Salvini Premier.
“Ricordiamo a Zingaretti che le sentenze valgono per i cittadini ma devono valere anche e soprattutto per le Istituzioni chiamate a rispettarle. La chiusura del nosocomio è stata decisa con un decreto dell’allora presidente Marrazzo del 3 settembre 2008. Una scelta che ha lasciato la Capitale senza un importantissimo presidio sanitario situato in pieno centro storico. La giunta Zingaretti – prosegue la nota – in ben due mandati ha sempre evitato di lavorare ad un piano alternativo. Ora la sentenza del Consiglio di Stato dà ragione a chi come noi ha sempre contestato quella scellerata decisione”.
La nota di Santori e Picca
“Oggi più che mai, in piena pandemia mondiale, la Lega chiede quindi l’immediata esecutività di questa sentenza. Si disponga, quindi, la conseguente riapertura del San Giacomo, che, come molti sanno, era stato donato dal cardinale Antonio Maria nel 1593 alla città di Roma con il vincolo di destinazione d’uso esclusivo di ospedale per la cura dei malati”.
Nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato ha annullato la chiusura dell’ospedale San Giacomo di Roma, decisa dalla Regione Lazio nel 2008, accogliendo il ricorso di Oliva Salviati, discendente del cardinale Antonio Maria Salviati, che lo aveva donato nel 1593 alla città di Roma ad uso esclusivo per la cura dei malati.
La sentenza del Consiglio di Stato sul San Giacomo
Il vincolo di destinazione d’uso, dello storico nosocomio nel pieno centro della Capitale, è solo uno dei motivi del ricorso. Secondo la discendente del cardinale “non doveva disporsi la chiusura di servizi essenziali di altissima qualità, essendo l’ospedale San Giacomo inserito nel Piano emergenza massimo afflusso feriti, stante la sua posizione – si legge nel ricorso – ed è stata omessa la valutazione dei diritti ed interessi pubblici coinvolti”. Inoltre la Regione non ha “considerato la contraddittorietà con il Piano di rientro” che “prevedeva solo la riduzione dei posti letto dell’ospedale”.
Nella sentenza si sottolinea inoltre che “la regola costituzionale del buon andamento della pubblica amministrazione non si può ritenere che possa legittimare lo smantellamento di un servizio pubblico ospedaliero in conseguenza della mera rilevata ‘inefficienza’ di gestione e senza alcuna preventiva analisi ed adeguata motivazione in ordine alle cause e responsabilità dell’inefficienza” e che “le regole della logica e della proporzionalità che presiedono al corretto esercizio della discrezionalità amministrativa impongono all’Amministrazione di valutare la possibilità del recupero dell’efficienza di una struttura sanitaria pubblica, prima di ogni altra ipotesi, nell’interesse della collettività”.