Ospedale Santa Lucia, fiaccolata contro la svendita e fallimento
Roma, una lotta senza tregua quella dei lavoratori e delle lavoratrici dell’ospedale Santa Lucia, struttura d’eccellenza nel campo della neuroriabilitazione, situata in via Ardeatina, che rischia di vedere compromesso il proprio futuro a causa della crisi finanziaria in cui versa. Oggi, 4 settembre, alle ore 19,00, vi sarà una fiaccolata dei dipendenti, coi sindacati. L’iniziativa simbolica avrà luogo proprio mentre al Ministero delle Imprese e Made in Italy la proprietà, che ha annunciato la volontà di vendere la struttura sanitaria, incontrerà il ministro. La proprietà è accusata, in sostanza, di aver preso 11 milioni di euro di fondi ministeriali, ma poi di aver negato una collaborazione attiva con la Regione Lazio. Anzi, ora addirittura la stessa proprietà sarebbe intenzionata a vendere tutto l’ospedale e annessa fondazione.
Ospedale Santa Lucia, fiaccolata contro la svendita
Tornando alle proteste in strada. Nonostante l’annuncio di vendita e fallimento da parte della proprietà, gli 800 dipendenti non sono disposti a rassegnarsi e continuano a lottare per evitare che la situazione precipiti. La mobilitazione è in corso e prevede un calendario di proteste, con in primo piano una fiaccolata simbolica e, in caso di mancati risultati, uno sciopero generale.
L’appuntamento in piazza caduti della Montagnola
La fiaccolata, prevista per oggi alle 19:00 in piazza Caduti della Montagnola, proprio sotto la sede dell’ospedale, rappresenta un momento cruciale per la manifestazione del dissenso contro la svendita della struttura. Al fianco dei lavoratori, scendono in piazza anche i principali sindacati – Cgil, Cisl e Uil – insieme a una folta schiera di esponenti politici di ogni orientamento. Dal Partito Democratico Roma al vicepresidente della commissione Affari sociali alla Camera Luciano Ciocchetti (FdI), fino ad arrivare ad Alleanza Verdi Sinistra, il coro è unanime: il Santa Lucia non può essere ceduto.
In campo regione Lazio e Ministero del Made in Italy
La questione è approdata anche ai piani alti delle istituzioni, con il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha proposto un intervento per scongiurare la vendita. La sua idea prevede la creazione di un nuovo soggetto giuridico a gestione mista, pubblico-privato no-profit, con l’obiettivo di garantire la continuità dei servizi e salvaguardare i posti di lavoro. Tuttavia, la proprietà si oppone alla richiesta di amministrazione straordinaria, indispensabile per avviare il percorso proposto. La decisione finale potrebbe giungere il 5 settembre, data in cui il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, incontrerà le parti per discutere delle possibili soluzioni.
Intanto, la Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata (Cimop) ha già lanciato un ultimatum: se il tavolo convocato dal Mimit non porterà a una svolta risolutiva, il 12 settembre si terrà uno sciopero generale. «Il nostro obiettivo – spiega Paola Calcagno, segretaria regionale Cimop Lazio – è difendere il patrimonio professionale e tutelare i lavoratori e la comunità, evitando che la struttura venga smantellata e che si perda un bene pubblico così prezioso».