Ospedali senza chirurghi, l’allarme della Società Italiana di Chirurgia
“Tra non molto tempo, gli ospedali potrebbero trovarsi quasi senza chirurghi”. Lo dichiara il Presidente della Società Italiana di Chirurgia, Prof. Massimo Carlini che ha espresso preoccupazione per il futuro della chirurgia in Italia, sottolineando un preoccupante trend di carenza di chirurghi, che potrebbe compromettere la qualità dell’assistenza sanitaria negli ospedali. Il Prof. Carlini ha parlato durante la 19esima edizione del “Forum Risk Management” di Arezzo, dove ha tenuto una lettura dal titolo “La Formazione del Chirurgo in Italia: Luci e Ombre”.
Situazione allarmante
Secondo Carlini, la situazione è allarmante: negli ultimi dieci anni, c’è stato un deficit significativo di contratti per la formazione specialistica, con un numero di borse insufficienti per la Chirurgia Generale. Per il 2024, su 15.256 borse messe a bando, solo il 75% è stato assegnato, e quelle destinate alla Chirurgia Generale sono state solo il 51%. Questo indica un calo nell’interesse da parte dei laureati in Medicina per intraprendere la carriera chirurgica.
Contenzioso medico-legale
Tra le cause principali di questa situazione, il Prof. Carlini ha identificato il contenzioso medico-legale, che riguarda più di sei chirurghi su dieci nel corso della loro carriera, insieme alle aggressioni fisiche e legali sempre più frequenti. Inoltre, la remunerazione inadeguata e le scarse prospettive di carriera, unitamente a condizioni di lavoro poco attraenti, contribuiscono a disincentivare i giovani medici a scegliere la chirurgia. Il blocco del turnover, infine, limita le opportunità di assunzione, esponendo i chirurghi a una carriera precaria.
Decreto Calabria
Carlini ha criticato il Decreto “Calabria”, che consente a medici neoassunti, non ancora specialisti, di ricoprire il ruolo di Dirigente Medico, ma con una retribuzione inferiore e mettendo a rischio la qualità delle prestazioni sanitarie. Secondo Carlini, questo decreto interrompe il processo di formazione dei chirurghi, riducendo la specializzazione a un semplice apprendistato. Il presidente della Società Italiana di Chirurgia ha concluso auspicando una revisione della normativa, per migliorare la qualità della formazione e garantire un sistema sanitario di alto livello in Italia, che possa affrontare con successo le sfide future.