Ostia Antica, cantiere paralizzato e barriere ancora presenti: gli ascensori bloccati dal… colore

Tra rinvii, sottoservizi “dimenticati” e ora anche un nuovo intoppo cromatico, la stazione di Ostia Antica della Metromare resta off-limits per le persone con disabilità. Una situazione che si trascina da mesi e che, alla vigilia del Giubileo, solleva interrogativi sulla capacità di Roma Capitale di garantire accessibilità e dignità ai cittadini e ai turisti. Un’opera attesa da anni, ma che sembra destinata a perdersi nel labirinto burocratico romano.
Ultimo dei problemi poi, il colore degli ascensori. Sì, proprio così: dopo mesi di stop legati a rinvenimenti imprevisti di sottoservizi e a passaggi di competenze tra enti, ora a far discutere è la tonalità con cui saranno rivestite le strutture. Inizialmente previsto in blu, lo stesso della passerella esistente, il colore è ora in fase di revisione su proposta della Soprintendenza, che punta a una tonalità “corten/marrone“, più armonica con l’ambiente archeologico circostante. Una modifica che potrebbe comportare ulteriori ritardi.

Il cantiere (non) va avanti
A denunciare l’immobilismo è da tempo l’associazione Ecoitaliasolidale, che ha sollecitato l’intervento delle istituzioni, inviando una nota ufficiale al Garante Nazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, ing. Antonio Pelagatti, e al Presidente della Commissione di Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale, Federico Rocca.
Il Garante ha effettuato un sopralluogo, constatando lo stato di stallo dei lavori. Anche Rocca ha inviato una richiesta formale all’Assessore ai Lavori Pubblici, arch. Ornella Segnalini, e al Direttore del Dipartimento Infrastrutture, per ottenere un cronoprogramma aggiornato.
Secondo quanto riferito dal Dipartimento, i lavori erano partiti tra maggio e giugno 2024, ma si sono fermati a luglio per via della scoperta di condutture sotterranee non segnalate. Dopo una serie di interventi da parte di Acea, Areti e Telecom, il cantiere ha ripreso timidamente a gennaio 2025. La nuova data indicata per la ripresa effettiva è il 28 aprile 2025, quando è prevista l’armatura e il getto delle platee di fondazione.
Nel frattempo, è in cantiere anche un progetto di ristrutturazione complessiva della stazione, e non è escluso che i due ascensori vengano inglobati in tale piano. Una prospettiva che, se da un lato può sembrare una razionalizzazione degli interventi, dall’altro rischia di allungare ulteriormente i tempi.
Il colore che divide
Durante un incontro di coordinamento svoltosi a febbraio tra Dipartimento comunale, Astral e Soprintendenza del Parco Archeologico di Ostia Antica, è emersa l’idea di uniformare i nuovi impianti elevatori al contesto paesaggistico, virando dal blu iniziale a un marrone “corten”. Una scelta estetica che, seppur motivata dalla necessità di armonizzazione visiva, rischia paradossalmente di rallentare ulteriormente l’iter.
L’indignazione delle associazioni e della politica
“La gestione di questo progetto è emblematica di una burocrazia inefficiente e di una politica miope,” affermano in una nota congiunta Federico Rocca, Piergiorgio Benvenuti (presidente di Ecoitaliasolidale) e Gaetano Di Staso, referente territoriale dell’associazione.
“Dopo i rinvii, i passaggi di competenza e gli ostacoli tecnici – molti dei quali prevedibili – ora ci troviamo a discutere anche del colore degli ascensori. Tutto questo mentre le persone con disabilità continuano a non poter accedere in modo autonomo a un sito patrimonio di storia e cultura”, proseguono i tre firmatari.
“Non possiamo permettere che, nell’anno del Giubileo, Ostia Antica – uno dei luoghi simbolo del patrimonio archeologico romano – resti inaccessibile. Serve un cambio di passo deciso, concreto e rapido.”
Accessibilità negata
Il caso della stazione di Ostia Antica è solo l’ennesimo tassello di un mosaico di inadempienze che pesa su Roma, soprattutto in vista dell’anno giubilare. Accessibilità, decoro urbano e accoglienza turistica dovrebbero essere le priorità assolute per una Capitale che si prepara ad accogliere milioni di pellegrini e visitatori da tutto il mondo.
Eppure, quando l’abbattimento di due barriere architettoniche – obiettivo minimo in una società inclusiva – diventa un percorso a ostacoli durato anni, qualcosa non torna. In gioco non c’è solo un’opera pubblica, ma il diritto alla mobilità, alla cultura e alla dignità di ogni cittadino.




