Ostia e la spiaggia che non c’è più. Tra mareggiate ed erosione

Spazzati via almeno trenta metri di spiaggia sulla costa di Levante a Ostia. E stabilimenti che rischiano di essere inghiottiti dal mare. Il Kursaal, lo storico stabilimento balneare dove Federico Fellini girò I Vitelloni, Dino Risi Belle ma povere e dove Alberto Sordi interpretò il giovane impacciato di Mammamia che impressione, è ormai irriconoscibile. Senza  più un granello di sabbia e con le cabine e le strutture completamente in acqua. Che il mare sta per portare via. Situazione simile all’Hibiscus, il lido accanto. Crollato invece il patio esterno dell’Ostrica Pazza, il ristorante adiacente alla Nuova Pineta. Si apre la porta finestra e sotto c’è il baratro. La forza del vento e dell’acqua ha scavato nella sabbia, mettendo seriamente il pericolo l’intera struttura. E danneggiando inesorabilmente la Nuova Pineta, lo stabilimento adiacente che ormai non esiste quasi più. L’erosione ha abbattuto le cabine e parte della palizzata che sosteneva la pedana in legno. La spiaggia, in quel tratto di litorale, è sparita da anni. E la stagione viene garantita solo da quel poco di ripascimento che tuttavia dura l’arco di un’estate. Danni anche allo stabilimento dell’Esercito, dove qualche giorno fa sono finiti in acqua alcune strutture in muratura, i bagni e il patio prospicente la piscina che rischia di crollare. Insomma, tutto il lungomare di Levante è in grave pericolo. E i balneari puntano il dito contro i ritardi delle amministrazioni.

Per salvare la spiaggia del lungomare di Levante servono opere decisive

Le tre barriere frangiflutti disposte dalla Regione Lazio non stanno funzionando a dovere. Si tratta delle massicciate disposte a largo degli stabilimenti Nuova è Vecchia Pineta, e dopo il Venezia. Ma secondo quanto denunciano i balneari, le opere sono solo parziali. E realizzate così, a pelo dell’acqua, creerebbero ulteriori danni. Deviando le correnti, e aumentando l’erosione. Anziché contenerne gli effetti. Se stiamo così dopo un po’ di maltempo, nemmeno eccezionale, pensiamo a cosa potrà avvenire con l’inverno vero, fanno notare i gestori degli stabilimenti. Che però hanno anche le loro soluzioni. Da proporre a comune e regine. A patto che qualcuno li ascolti.

Riprendere i progetti degli anni ‘80

Il fenomeno dell’erosione in realtà a Ostia non è nuovo. Ma risale ad almeno una trentina di anni fa, quando ad essere spazzati via furono i lidi del tratto centrale della costa. All’epoca però gli interventi furono strutturali e profondi e consentirono di salvare spiagge e stabilimenti storici. Negli ultimi dieci anni, invece, a Levante la linea di costa è fortemente arretrata. «Per mettere in sicurezza le spiagge di Levante comprese quelle demaniali – proseguono i balneari – bisogna replicare quei lavori. Occorre riprendere il progetto di Leopoldo Franco (docente di ingegneria costiera e portuale ndr). Completarlo e metterlo in atto nel più breve tempo possibile». Il piano di Franco prevedeva la realizzazione di otto pennelli a forma di T con barriere sommerse piuttosto ampie. «Quella T – concludono gli operatori –  deve essere chiusa. Così da difendere le spiagge dalle mareggiate. Solo dopo si può pensare a portare nuova sabbia per un ripascimento leggero».