Ostia, la presa della battigia, la protesta infiamma: “Vogliamo le spiagge libere”
Sono arrivati col treno da tutta Italia per partecipare alla manifestazione spontanea dell’associazione Mare Libero per chiedere al Comune di trasformare in spiagge libere gli arenili di Ostia e gli stabilimenti ancora affidati ai privati con la concessione scaduta.
Il raduno
Appuntamento al Pontile alle 14,30 di ieri – sabato 18 maggio – con indosso il costume da bagno: bisogna entrare senza pagare in uno stabilimento con la concessione scaduta, portare il proprio ombrellone o telo e sistemarlo sulla sabbia. A dare il via è l’avvocato Roberto Biagini del Coordinamento nazionale Mare Libero che cordina l’associazione di Ostia: “Quasi tutte le concessioni balneari sono scadute e quindi le spiagge devono tornare nella gestione diretta del Comune spiega Biagini – nessuno può impedirci di entrare”.
La protesta
La presa della battigia, l’ha ribattezzata qualcuno: Ostia non è la Bastiglia e non c’è nessun Luigi XVI da spodestare, ma le spiagge sono nel caos con i 44 stabilimenti con le concessioni scadute. Alle 15, la marcia: i 50 manifestanti sono entrati nello stabilimento Elmi e si sono sistemati in mezzo ai clienti: poche decine, visto il clima non proprio da mare, ma ugualmente stupiti.
I balneari
Sul piede di guerra anche i balneari: “Noi siamo le prime vittime di questo caos”. Sono almeno 40 gli stabilimenti con la concessione scaduta e non più prorogabile ma autorizzati dal Campidoglio a rimanere aperti con una ordinanza balneare: tutti sul lungomare di Ostia, tra cui l’Elmi. Negli anni scorsi il Comune non ha fatto le gare per mettere a bando le spiagge e ha lasciato scadere le concessioni: un mese fa ha annunciato le gare per il 2025 ma nell’attesa si va avanti in un limbo, come guidare una macchina con la patente scaduta e non più rinnovabile.
Il confronto
Il confronto fra manifestanti e balneari è stato pacifico: le forze dell’ordine hanno mantenuto la calma senza alcun problema. Ma la tensione fra i balneari sale. Sotto la lente di ingrandimento ci sono anche i varchi degli stabilimenti previsti dall’ordinanza del sindaco Gualtieri per garantire l’accesso libero a tutti: dovrebbero essere dodici sul lungomare ma in realtà la maggior parte sono fatiscenti e ostruiti da erbacce e strutture in cemento. È il caso del varco dello stabilimento Marechiaro indicato dalla capitaneria di Porto: al suo posto c’è un cancello chiuso con il lucchetto.