Ostia, l’ex campionessa mondiale di marcia Giuliana Salce: “Il pino di 26 metri è crollato in un’area frequentata da atleti”
La situazione della Pineta di Castel Fusano è sempre più preoccupante, con rischi crescenti per la sicurezza e l’ambiente. Di ieri sera, la caduta di un albero di 26 metri su due auto, una Tesla e una Citroen C1, in un’area frequentata da atleti. A sottolinearlo, Giuliana Salce, campionessa mondiale di marcia, medaglia d’oro ai campionati di Parigi 1985, detentrice di oltre 12 titoli Italiani assoluti, che ha criticato l’incuria che colpisce non solo l’ambiente, ma anche chi pratica sport all’aria aperta nelle pinete, compromettendo uno spazio fondamentale per l’attività fisica libera e accessibile a tutti, soprattutto a chi non può permettersi impianti privati.
La palestra all’aria aperta di tanti sportivi
Un territorio che la Salce conosce benissimo, perchè rappresenta la palestra all’aria aperta che gli ha consentito di conseguire i vari record del mondo. Un’area anch’essa ormai a rischio, con alberi che cadono e creano serie pericoli.
Salce: “Un incuria che danneggia anche lo sport”
“Una incuria oltre per l’ambiente anche contro lo sport – commenta Giuliana Salce – che colpisce non solo i professionisti, ma tantissimi giovani e meno giovani che svolgono attività fisica nelle Pinete della Capitale e nello sport diffuso, un interesse ed una passione che di fatto contribuisce a migliorare la qualità della vita, sia fisica che mentale. Ciò vuol dire anche difendere di fatto un libero impianto sportivo, valorizzare gli spazi verdi, l’ambiente in generale, contribuire allo sviluppo dell’attività motoria per tutte le età, comprese le famiglie a minor reddito che non si possono permettere costosi impianti privati”.
Un’area colpita da incendi e Toumeyella parvicornis
Da anni diverso tempo la pineta, parte della Riserva Naturale Litorale romano, è stata gravemente danneggiata da incendi e dall’invasione del parassita cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis), che negli ultimi cinque anni ha distrutto oltre 120 ettari di pineta. La presenza del parassita si è diffusa senza controllo, colpendo l’80% dei pini domestici della Capitale, circa 120mila alberi, a causa della mancanza di interventi fitoterapici tempestivi.
Cataste di legname non rimosse
Attualmente, il sottobosco è secco e abbandonato, con cataste di legname non rimosse, aumentando il rischio di incendi, anche nelle zone urbanizzate vicine come Procolo, Acqua Rossa, e l’area tra Infernetto e il mare. Anche la Pineta di Castel Porziano, che copre 6mila ettari di cui 600 di pineta, è gravemente compromessa. Qui, migliaia di pini sono stati abbattuti a causa dell’infestazione della cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis), un parassita che ha devastato le pinete romane dal 2018, colpendo l’80% dei Pinus pinea della Capitale e mettendo a rischio 120.000 alberi.
Ecoitaliasolidale: “Niente è stato fatto per salvare la Pineta”
“Era necessario salvare le pinete dalla diffusione della Cocciniglia per tempo – tuona il presidente di Ecoitaliasolidale, Piergiorgio Benvenuti – mettere in campo tempestivamente una vasta gamma di soluzioni compreso il ricorso all’endoterapia, peraltro successivamente autorizzato dal Ministero della Salute, insieme ad integratori energetici dell’albero per potenziare le sue difese immunitarie. Ed invece proprio grazie all’incapacità dimostrata in questi anni dalle istituzioni la Capitale oltre al pericolo dei rami e degli alberi crollati nella città perché non adeguatamente potati sta subendo anche l’attacco della cocciniglia tartaruga”.
Pinete della Capitale trascurate
Il presidente di Ecoitaliasolidale, Piergiorgio Benvenuti, ha accolto con favore i programmi di ripiantumazione annunciati da Roma Capitale, ma ha sottolineato l’importanza cruciale di intervenire preventivamente per proteggere gli alberi, anziché agire quando ormai sono malati o già morti. Le pinete romane, come Castel Fusano e Castel Porziano, rappresentano un enorme valore ambientale per la Capitale, e non possono essere trascurate.
Ecoitaliasolidale: “Appelli caduti nel vuoto”
“Ai nostri appelli che da tempo stiamo lanciando l’unica cosa che è evidente – conclude Benvenuti – è la costante inerzia avvenuta nel tempo di chi sarebbe dovuto intervenire per salvare le aree verdi e le alberature della Capitale più verde d’Europa ed anche con gli abbattimenti a tutt’oggi non riesce a scongiurare altri pericoli per il verde ed i cittadini, come ad esempio i possibili incendi o la caduta di rami e tronchi” .