Ostia, sbagliati i rincari delle concessioni balneari: Campidoglio e Prefettura prendono un… granchio
Ostia, erano sbagliati i rincari sul costo delle concessioni balneari disposti tra l’altro solo nei confronti di alcuni concessionari e non verso la totalità di essi da Campidoglio e Prefettura nel lontano 2015. Gli aumenti ebbero luogo mentre la frazione romana di Ostia era stata Commissariata, come disposto dall’allora Governo Renzi. Renzi affidò la gestione di Ostia a due referenti istituzionali di primo piano. In parte all’allora prima cittadino Ignazio Marino, oggi eurodeputato; in parte all’allora prefetto di Roma, Franco Gabrielli, per il tramite di una Commissione straordinaria da lui nominata.
Ostia, sbagliati i rincari delle concessioni balneari
In particolare, era sbagliata la “delibera n. 5 del 26 novembre 2015. Un documento con il quale la Commissione Straordinaria per la gestione provvisoria del Municipio X aveva approvato la nuova scheda di analisi del territorio del Municipio X di Roma Capitale. Scheda che aveva attribuito alle aree del Demanio Marittimo di Ostia il valore di “Alta Valenza Turistica”. Da tale presupposto, partirono degli ordini di pagamento dei canoni concessori del tutto erronei.
Almeno questo è quanto hanno deciso i giudici del Tar del Lazio con una sentenza del 1° agosto destinata a farà rumore, almeno a livello politico-istituzionale. Una sentenza che nasce dal ricorso presentato da una associazione che, all’epoca dei fatti, era titolare di una concessione balneare. In particolare, “Era sbagliato – per i giudici – il prezzo maggiorato delle concessioni imposto sul presupposto dell’Alto Valore Turistico di Ostia. Tra l’altro imposto solo ad alcuni concessionari demaniali di Ostia e non ad altri, per motivi ignoti. Ma facciamo un passo indietro per comprendere meglio la situazione.
Ebbene, i rincari disposti sulla base di questa valutazione erronea, sono stati ora bocciati dai giudici, nonostante siano nel frattempo passati 8 lunghi anni. Il ricorso difatti risale all’anno 2016. Di conseguenza, sono venuti meno tutti gli aumenti del costo delle concessioni che si basavano su tale presupposto. Visto che il litorale di Ostia non ha mai costituito un luogo dall’Alta Valenza Turistica.
Campidoglio e Prefettura prendono un granchio
L’intera vicenda è emersa a seguito di un ricorso presentato da una associazione che ha ricevuto dal Campidoglio vari avvisi di pagamento, con maggiorazioni ragguardevoli.
“Va accolto – specificano i giudici – il 5° mezzo di doglianza nella parte in cui esso censura gli ordini di pagamento del 2016 e 2018. Per avere gli stessi applicato – in fase di quantificazione dell’indennizzo dovuto per l’occupazione sine titulo del tratto demaniale marittimo in questione – i criteri di computo cristallizzati nella delibera n. 5 del 26 novembre 2015 della Commissione straordinaria. Atribuendo alle aree del demanio marittimo di propria competenza il valore di “Alta Valenza Turistica”.
Sbagliati i rincari affibbiati ad alcuni concessionari balneari
“È fondata la censura in esame”, scrivono i giudici nell’analisi di uno dei rincari affibbiato ad una associazione titoalre di una concessione demaniale ad Ostia in quel periodo. “Censura con cui la ricorrente (associazione, ndr) afferma che gli ordini di pagamento (che gli ha inviato il Campidoglio) sarebbero inficiati da illegittimità. Dirimente, in tal senso – concludono i giudici – è la constatazione del fatto che la delibera è già stata annullata (per gli stessi vizi ora denunziati) da alcune sentenze del Consiglio di Stato.