Ostia, Shilling: discoteca chiusa per abusi edilizi. Falconi: “La legalità è un valore non negoziabile”

shilling Ostia

Mentre la Federbalneari Roma lamenta i ritardi da parte del Comune riguardo permessi e autorizzazioni necessari per feste e discoteche negli stabilimenti balneari, ieri è stato sequestrato da parte degli agenti della polizia locale e dei militari della Guardia di Finanza di Ostia – su disposizione della procura – la discoteca e il chiosco all’aperto dello stabilimento Shilling, uno dei più rinomati di Ostia.

Il sequestro parte da presunti abusi edilizi, dovuti al fatto che la pedana, invece di essere rimovibile, sarebbe invece fissa. Mancano inoltre le autorizzazioni: malgrado questo allo Shilling hanno aperto lo stesso, dando i via a feste e serate.

Falconi: ‘Giusto così’

La legalità è un valore non negoziabile”, ha dichiarato Mario Falconi, Presidente del Decimo Municipio di Roma Capitale. Per il minisindaco “gli agenti della Polizia Locale e della Guardia di Finanza di Ostia, su disposizione della Procura, hanno giustamente messo sotto sequestro giudiziario la pedana della discoteca e del chiosco all’aperto di uno dei più esclusivi stabilimenti balneari.”

“Pur non avendo ancora rilasciato, il Comune di Roma, le autorizzazioni previste, il titolare dello Shilling ha continuato a organizzare serate in discoteca nonostante le multe fatte dagli agenti di Polizia Locale. Purtroppo, non tutti hanno capito che i tempi sono cambiati e che, per l’attuale amministrazione, il principio di legalità rappresenta la giusta rotta da mantenere, sempre e comunque, in piena sintonia con tutte le forze dell’ordine, a cui vanno i dovuti merito e riconoscenza”, ha concluso Mario Falconi.

I guai giudiziari

L’anno scorso lo Shilling era balzato alle cronache a seguito delle inchieste per tentata corruzione che hanno portato all’arresto del titolare Fabio Balini e alcuni funzionari del X Municipio. All’epoca, nel corso delle perquisizioni eseguite dagli agenti della polizia locale in casa di uno degli indagati erano stati trovati 65mila euro in contanti. In quell’occasione finì agli arresti domiciliari anche l’imprenditore Fabio Balini. Durante le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo, erano emersi nove episodi di corruzione a carico di due funzionari pubblici del Municipio X e di ‘’soggetti privati interessati alle varie pratiche edilizie in qualità di titolari degli immobili o di architetti/ingegneri progettisti’’.