Ostiamare, Di Paolo: “Costretti ad andare via: ecco come stanno veramente le cose”
La vicenda Ostiamare si infiamma. L’ex presidente della società, Roberto Di Paolo, è infatti rimasto interdetto nel leggere la nota stampa divulgata dall’assessore allo sport Alessandro Onorato. Invece di rispondere ai concessionari, il Comune ha preferito divulgare un comunicato stampa, nel quale viene utilizzata in maniera strumentale la missiva dell’Ostiamare, che comunicava di essere costretta, dal 1° gennaio, a sospendere le attività legate alla struttura di via Amenduni.
Ma il comunicato tralascia di dire che la lettera dell’Ostiamare del 16 dicembre segue un’altra comunicazione, datata 3 dicembre, in cui si chiede una risposta mai arrivata. E di cui abbiamo parlato in questo articolo. Ora, scaricando tutta la colpa sulla società, il Comune lancia l’allarme.
Il comunicato di Onorato
“Fin dall’inizio della nostra amministrazione con gli uffici del Dipartimento Sport abbiamo lavorato per trovare una soluzione, nell’ambito della legge e dei regolamenti, agli abusi edilizi accertati nell’impianto di via Amenduni. Ma senza gli investimenti del concessionario per demolire gli abusi e ristrutturare l’impianto, il comune non può chiudere gli occhi e far finta che le leggi non ci siano”.
Ma l’assessore forse non si rende conto che per una società che per 3 anni non ha guadagnato neanche un euro dagli sponsor o dai tifosi, avendo giocato sempre a porte chiuse in un campo che fino al giorno prima era invece a porte aperte (per il concessionario precedente era tutto a posto?) spendere altri 3 milioni e mezzo significa fallire, non poter andare avanti.
Legge uguale per tutti?
E non forse si rende conto che le proposte fatte dalla società erano fattibili, con un privato disposto a investire soldi in una proprietà pubblica. Ma no, niente è andato bene. E si parla di “far finta che le leggi non ci siano”? Dove erano le leggi, quando il presidente era Lardone?
“Non esistono scorciatoie alla legalità: lo abbiamo ribadito al nostro insediamento e continuiamo a sostenerlo”, prosegue Onorato. Bene, allora, chi ci spiega perché i controlli non sono stati fatti già a dicembre del 2021, quando era stato firmato solo il compromesso e qualcuno probabilmente ha rallentato le cose fino alla firma dell’atto di vendita? Esistono un documento di pubblico spettacolo falso e una richiesta per un documento di pubblico spettacolo temporaneo proprio per il periodo della compravendita. E in quel periodo nessun controllo è stato fatto. Poi tutti lì all’Anco Marzio a misurare centimetro per centimetro, mentre prima andava tutto bene, tarallucci e vino. Una semplice casualità?
Ma siamo in Italia, questi sono i misteri che rimarranno insoluti… O forse no. Perché forse si capirà qualcosa quando si capirà a chi verrà affidato il campo. Vorremmo capire, infatti, come sarà possibile sistemare le cose con qualcun altro, e non con Di Paolo, per far giocare la squadra fino a giugno, senza demolire tutto, senza tirare fuori 3 milioni e mezzo di euro e senza bloccare le attività.
La replica dell’ex presidente Roberto Di Paolo
“Resto allibito di fronte a quanto affermato dall’Assessore Alessandro Onorato nella sua ultima nota stampa. Un comunicato all’interno del quale si cerca di scaricare sulla proprietà dell’Ostiamare l’intera colpa della chiusura dell’impianto e dell’impossibilità del proseguimento dell’attività agonistica e della Scuola Calcio. La dimostrazione del contrario arriva dalle comunicazioni ufficiali inviate proprio al Dipartimento Sport di Roma Capitale, in data 3 Dicembre 2024 e 16 Dicembre 2024, da cui si evince che la società ha cercato con tutte le sue forze e con ogni mezzo ragionevole di porre rimedio a una situazione figlia di abusi commessi da altri e perpetratisi negli anni passati in maniera indisturbata. Quando ho lasciato la carica di Presidente ho promesso che avrei tenuto fede agli impegni e così ho intenzione di fare, a patto che non mi si chieda di espiare le colpe di altri”, dichiara l’ex presidente Roberto Di Paolo.
“È stata chiesta la demolizione immediata e pertanto tali strutture sono state dichiarate inagibili, non solo le tribune ma anche gli spogliatoi e gli spazi sociali. Per amore di Ostia e delle famiglie dei nostri tesserati abbiamo garantito l’attività fino a fine stagione, ma abbiamo segnalato in via ufficiale, senza ricevere risposta alcuna, che la non agibilità dichiarata non consente le condizioni di sicurezza per i bambini e per gli atleti né le necessarie coperture assicurative, oltre a non consentire nemmeno gli allenamenti delle squadre agonistiche. È stato quindi chiesto un provvedimento di autorizzazione in deroga all’uso di dette strutture almeno fine a fine anno sportivo ma la risposta deve essersi persa tra i corridoi del Campidoglio”.
Nuovo concessionario: come è possibile?
“Adesso – conclude Di Paolo – sento parlare di nomina di nuovo concessionario e di una società pubblica che garantirebbe il proseguimento dell’attività della scuola calcio, mi chiedo però con quali autorizzazioni o deroghe lo farebbe? Probabilmente con le stesse che abbiamo richiesto noi e che mai ci sono state concesse. Quindi la domanda è: come fa un altro operatore a continuare la stagione se a me la deroga non è stata data? Perché a lui sì e a me no?”
Anche questa domanda resterà senza riposta, come la lettera del 3 dicembre?