Ostiamare, il presidente Di Paolo riconsegna le chiavi a Gualtieri: “Mi auguro di essere convocato in Procura”

Roma, la conferenza stampa dell'Ostiamare

Ostiamare, il presidente Di Paolo riconsegna le chiavi a Gualtieri: “Mi auguro di essere convocato in Procura“. È una conferenza stampa completamente diversa, quella di oggi 6 novembre, rispetto a quella che si è tenuta il 7 giugno scorso, quando – tra sorrisi e promesse – veniva annunciata la riapertura delle porte dello stadio Anco Marzio. E quando l’assessore allo sport Alessandro Onorato garantiva il massimo appoggio all’Ostiamare, alla società e al suo presidente Roberto Di Paolo, apprezzando l’impegno e lo sforzo economico profuso per sanare una situazione ereditata dalla vecchia gestione dell’impianto. Ma, a distanza di soli 5 mesi, la situazione è completamente cambiata. Dopo sole 3 partite a porte aperte – con spettatori calmierati – ecco che la stangata delle porte nuovamente chiuse ha fatto deporre le armi al presidente, ormai prosciugato delle sue forze, dopo tre anni di sforzi e impegno senza nessun ritorno economico

Di Paolo, ormai esausto, annuncia ufficialmente il suo addio: “Adesso è giusto che tutte le parti, a partire dal Comune di Roma, ricoprano un ruolo attivo nella risoluzione di questa vicenda”.

Una decisione sofferta: “Ho fatto tutto il possibile”

“È arrivato il momento di dire basta, mi dimetto” ha dichiarato Di Paolo, introducendo la conferenza stampa convocata per fare chiarezza su quella che definisce la “vicenda Anco Marzio”. La storia, lunga e piena di ostacoli, sembra ora vicina alla conclusione, almeno per lui: “Ho dato tutto, spingendomi anche oltre i doveri di un privato. Negli ultimi anni ho preso in carico un problema ereditato dal passato e, per il bene dell’Ostiamare, ho cercato di risolverlo. Tuttavia, le difficoltà strutturali e le richieste sono diventate un peso insostenibile per un solo imprenditore. Ora è il momento che le istituzioni facciano la loro parte per salvaguardare un patrimonio così importante per il territorio”.

Il racconto delle difficoltà: dall’investimento al blocco

L’ingegnere Filippo Palombini ha aperto la conferenza riassumendo gli sforzi della società: “Dopo i rilievi tecnici che hanno evidenziato irregolarità strutturali, abbiamo presentato un progetto di riqualificazione che avrebbe permesso di mantenere l’impianto aperto al pubblico. A settembre è stato concesso l’accesso durante le partite, ma poco dopo ci è stato chiesto di procedere prima alla demolizione di tutte le opere abusive. Una richiesta che rende impossibile per la società garantire la funzione sportiva e sociale dell’impianto”. Palombini ha sottolineato come la proprietà si sia trovata a dover sostenere un enorme onere di demolizione, responsabilità legata alle gestioni precedenti e ben poco compatibile con una concessione valida fino al 2031.

Cosa attende ora l’Ostiamare?

Di Paolo, con l’orgoglio di chi ha sempre rispettato i propri impegni, si congeda: “In trentacinque anni ho digerito sul campo sconfitte cocenti, così come ho gioito per incredibili vittorie e trionfi sportivi, ma se c’è un aspetto di cui vado ancora più fiero è stata la capacità di mantenere sempre la parola data. Nella mia esperienza come presidente di club calcistici ho sempre tenuto fede agli impegni presi. Ecco perché ci tengo a dire che, anche se da oggi non sarò più il presidente, fino al 30 giugno tutti gli impegni presi saranno onorati. Dopo quella data però, se lo stato delle cose sarà quello attuale, dovranno essere altri a erigersi a difesa di questo patrimonio, proprio così come ho fatto io in questi anni”.

Ma il Comune saprebbe o potrebbe farlo, visto lo stato di abbandono di tanti campi sportivi di Roma? O c’è già qualcuno che ha messo gli occhi sullo stadio di via Amenduni e non spera altro che nell’addio definitivo di Di Paolo a costo zero, per poter prendere il suo posto? In attesa di risposte concrete dalle istituzioni, il futuro dell’Ostiamare è più incerto che mai.

Tre domande dirette per il presidente Di Paolo:

Seguo la vicenda dall’inizio, sono la giornalista che ha scoperto che il documento relativo al pubblico spettacolo era in realtà falso. E relativo a un evento di moda. Si sente truffato?

    “Io credo che qualcuno stia facendo un brutto gioco, ai danni dell’Ostiamare. La volontà di trovare una soluzione, da parte mia, penso di averla già dimostrata a partire dalla famosa conferenza stampa di luglio scorso. Conferenza stampa a cui nessuno si è presentato. L’unica cosa che non mi spiego è come sia possibile che nessun magistrato abbia ancora preso in carico la situazione. Spero di essere presto convocato in Procura. Parlo da cittadino, non da presidente di una società di calcio. Il più grande favore, certo, ci è stato fatto dall’assessore Onorato, in Commissione Sport al Comune di Roma. L’assessore ci ha riferito, e ci sono le registrazioni a dimostrarlo, che il 12 dicembre il dottor Ziantoni aveva mandato a tutti gli organi preposti un documento che, in parole povere, chiedeva la chiusura dell’impianto. La chiusura, in realtà, non ha mai avuto luogo. L’attività è proseguita per mesi. Mi hanno fatto preparare progetti su progetti, quando già sapevano che non sarebbero mai arrivati a compimento di questi stessi progetti, che ho pagato con regolare fattura. Io parlo perché ho i documenti. Mi ascoltassero. Vorrei sapere come hanno fatto a prendersi i soldi, se questo impianto è abusivo? Lunedì o martedì riconsegnerò l’impianto e quindi le chiavi al sindaco. Ma, prima, gli voglio chiedere come possano prendere i soldi da un impianto abusivo? Concludo dicendo che da una parte sono stato truffato. Dall’altra mi sono sentito truffato“.

    A giugno qui c’era il Comune di Roma, rappresentato dall’assessore Onorato, che tra sorrisi e promesse dava il massimo appoggio all’Ostiamare. Che fine ha fatto tutto il supporto promesso?

      (Risponde la consigliera Monica Picca). “C’è una evidente mancanza di volontà di trovare una soluzione. Quello che dice il presidente è tutto vero, confermato dai documenti. È la pura verità, quella che racconta. Perché nel momento in cui tu prendi una società con degli abusi edilizi conclamati, che non sono del presidente che l’ha comprata, ma sono originati da precedenti interventi, che altro si può fare? Il Presidente si è messo a disposizione del comune di Roma. Non mi vergogno a dire che già dalla prima Commissione trasparenza e garanzia si è notato un ostruzionismo, da parte del Comune di Roma. Vogliamo dire proprio un muro del Comune di Roma contro la società dell’Ostiamare. Ma anche contro un presidente che stava qui ad investire soldi per il bene del territorio e di Ostia. Ora, quando il presidente dice: “io lascio”, a me prende un colpo al cuore. Visto che questo presidente ha fatto solo il bene di questo territorio, solo il bene di Ostia. Quindi il comune di Roma vuole che questa struttura si trasformi nell’ennesimo Parco della Madonnetta? Nell’ennesimo fallimento del Comune di Roma? Il Comune di Roma, il sindaco di Roma, potrebbe dire: “Tengo aperto queso campo con un provvedimento di pubblica utilità”, perché di questo stiamo parlando. Il problema è che il sindaco di Roma non si è fatto né vedere né sentire. Questo è il vero e unico problema. Perché se c’è volontà, da parte del Comune di Roma, la soluzione al problema attuale si può trovare. Oppure l’unica soluzione a questo problema è, forse, l’intervento di un magistrato? Mi aspetto anche, nel caso, le scuse verso un presidente che ha investito soldi, tanti soldi per questo territorio. La speranza per la riapertura, certo, c’è. Speranza che qualcuno si faccia sentire e si sieda per trovare, insieme, una soluzione. Altrimenti l’Ostiamare chiuderà. E sarà un disastro per le famiglie, i bambini e ragazzi, per i lavoratori e per tutto l’indotto”.

      E che fine farà il campo, se lei lascia? Sarà uno dei tanti campi abbandonati al degrado di Roma? Che fine faranno tutti i bambini iscritti?

        (Risponde il consigliere Alessandro Aguzzetti). “Presidente di Municipio, assessori, consiglieri, la situazione è nota a tutti. I documenti sono noti a tutti, nella conoscenza di tutti. Il presidente ha chiesto un incontro col sindaco Gualtieri. Il presidente Falconi ci aveva garantito questo incontro che, ad oggi, ancora non è avvenuto. Quindi mi domando: che gioco sta facendo il comune di Roma? Come dice la consigliera Picca: vogliamo fare un nuovo parco della Madonnetta? O c’è interesse a portare avanti questo progetto e ad avere questo campo in funzione? C’è interesse, da parte del Comune di Roma, che queste famiglie abbiano un posto in cui giocare? Più che il Municipio, però, è davvero necessario capire che ‘gioco’ sta facendo il Comune di Roma, il sindaco Gualtieri. In ogni caso, evidentemente il presidente Falconi non ha avuto la volontà di dialogare con un sindaco di Roma, ossia Gualtieri, del suo stesso partito, del suo stesso schieramento: questo come è possibile? Il dialogo ci può e deve essere, in questi casi. Tra l’altro, pra stiamo puntando il dito solo su fatti recenti. Ma noi ci troviamo su un territorio in cui ha governato anche il Movimento 5 Stelle. A quanto pare, però, tutti hanno chiuso gli occhi su problemi quali: pubblico spettacolo, sugli abusi edilizi che già c’erano, etc? Perché, chiedo, nessuno del Movimento 5 Stelle parla mai di tutto questo? C’è una persona che ha firmato l’ordine di chiusura dell’impianto, in passato. Qualcuno, l’ho detto in Consiglio e lo ribadisco ora, c’ha messo mano e ha fermato quell’ordine. Hanno atteso che il presidente dell’Ostiamare comprasse la società e, dopo poche ore dal bonifico istantaneo, è arrivato l’ordine di chiusura. Parliamo di cose che a Roma non si vedono mai. Forse, davvero, come dice il presidente, è ora che la magistratura arrivi ad indagare”.