Pagelle ai sindaci di Roma: Rutelli 10, Alemanno 8, rimandata la Raggi

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Un ”dieci” a Francesco Rutelli, ”quasi nove” a Ignazio Marino, ”otto pieno” a Gianni Alemanno, ”tra il sei e il sette” a Walter Veltroni. Tra il ”cinque e il sei” per Virginia Raggi. Nel suo ultimo libro, “Interesse Capitale” (edito per Gangemi, 200 pagine, 20 euro), il senatore di Forza Italia, Francesco Giro, dà le pagelle a quelli che considera i migliori sindaci di Roma negli ultimi anni. Speriamo che la Raggi non rientri tra questi. ”Rutelli è stato il sindaco della rinascita, soprattutto nel suo primo mandato”, scrive l’esponente azzurro.

Alemanno, per Giro un sindaco visionario

Riconosce all’ex ministro dell’Ambiente del governo Ciampi il merito di un ”cambio di passo rispetto alle lentezze e vischiosità in cui la Capitale era precipitata negli anni Ottanta, pur avendo alla sua guida, in Campidoglio, uomini di grande valore come Franco Carraro al quale si deve la legge ancora rimpianta di’Roma Capitale del ’90”. Se ”Rutelli fu sindaco innovatore”, che seppe mettere a frutto la “novità assoluta di essere il primo eletto direttamente dal popolo”, sottolinea Giro, “Alemanno è stato un sindaco visionario”.

Veltroni? Un sindaco governatore

Nonostante i non pochi guai giudiziari che segnarono la sua esperienza amministrativa di cui ”paga ancora oggi alcune conseguenze giudiziarie, a mio avviso del tutto ingiustamente”. Alemanno, rimarca, ”si è posto finalmente il problema di dare a Roma il ruolo che le spetta di città Capitale, con nuove funzioni e nuove risorse”. Prima di lui Veltroni si è rivelato un ”sindaco governatore”, che ”ha gestito un potere amministrativo ormai consolidato. …. È con lui che il nuovo piano regolatore di Roma venne costruito, circa 45 anni dopo quello celebre del 1965.

La sorprendente e non condivisibile promozione per Marino

E non era davvero casuale che ciò accadesse con un sindaco governatore, garante politico e istituzionale, anche per il prestigio che incarnava, di molti interessi che nella Capitale avevano una loro convergenza e rappresentazione”. Promozione piena – a sorpresa, secondo noi – per Marino. “Grazie in due anni scarsi la raccolta indifferenziata è aumentata di dieci punti, passando dal 32-33 al 42-43%”.

La Raggi non ha difeso gli interessi di Roma

Da ultimo c’è la Raggi, che a stento becca la sufficienza. Netta invece la bocciatura per una gestione della giunta a ”porte scorrevoli”, con il record negativo dei 17 avvicendamenti fra gli assessori, 3 dei quali addirittura al Bilancio e per la “debole difesa” degli interessi della Capitale nel complesso confronto col governo ‘amico’ sugli aiuti europei del Recovery Plan che Giro non esita a ribattezzare per Roma un “Recovery Flop”. E perché la sufficienza, allora?