Palestre, riaprire il 1 giugno è tardi. Il 20% rischieranno la multa

Foto Il Capoluogo. Riaprire il primo giugno potrebbe essere troppo tardi. Questo il grido di dolore lanciato dal mondo delle palestre. Che saranno quasi le ultime a riprendere le attività. Dopo i ristoranti (anche se solo quelli con spazi all’aperto) e le piscine. Che almeno dal 15 maggio si riemetteranno in funzione. Così già martedì 6 aprile, appena dopo Pasqua, il mondo del fitness è sceso in piazza a Roma. Protestando davanti al Parlamento, dove non sono mancati momenti di tensione. E adesso operatori e imprenditori del settore tornano alla carica. Perché non si capisce come mai, limitando gli accessi e imponendo l’uso della mascherina, questa attività dovrebbe essere potenzialmente più contagiosa delle altre. Per il presidente dell’Anpals, Giampiero Guglielmi “è più facile contagiarsi all’aperto andando in un parco, prendendo un autobus pubblico, andando in una farmacia piuttosto che andando in una palestra”. Così stando alle stime ufficiose, almeno il 20% delle sale fitness di Roma riapriranno, alla chetichella. Ovviamente rischiando le sanzioni previste dalla legge, come multe e chiusure. Ma come fa notare lo stesso Guglielmi a Repubblica.it, il dato più preoccupante sembra essere un altro. Ovvero quel 30% di palestre che non riapriranno proprio più. Perché gli aiuti sono stati pochi, e sono arrivati in ritardo. E molti si sono dovuti arrendere.

“Lo sport merita rispetto”: la battaglia dell’Asi per le riaperture

Per le palestre poche migliaia di euro di ristori. L’Anpals, non ci copriamo neanche un mese di affitto

L’affondo del presidente dell’Anpals Giampiero Guglielmi non si è limitato solo alla data del primo giugno. Prevista dal governo per le riaperture delle palestre, e giudicata troppo tardiva. Tra l’altro in un periodo di fine stagione, per chi non ha spazi all’aperto. Ma sono stati contestati anche i ristori, che sarebbero troppo esigui. “Gli unici ristori cospicui sono arrivati ai lavoratori sportivi, agli istruttori, ai tecnici, agli allenatori”,  ha proseguito il presidente dell’Associazione. E  “le strutture sportive hanno avuto perdite di 150-200 mila euro ma hanno ricevuto 6-7 mila euro di ristori, che non sono sufficienti neanche per una mensilità dell’affitto dei locali”. Infine le amare conclusioni. Infatti sulla volontà di molte palestre di riaprire comunque, Guglielmi osserva: “So che è illegale ma non posso non mettermi nei panni di titolari di strutture sportive che non hanno più di che sfamare la famiglia. La maggior parte di loro non ha nulla da perdere, accetteranno una sanzione amministrativa pur di riprendere a lavorare”.

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