Paralimpiadi Parigi 2024, bronzo nella sciabola: a conquistarlo Edoardo Giordan di Fiumicino
È iniziato ieri al Grand Palais di Parigi il programma di scherma dei Giochi Paralimpici 2024 e l’Italia non ha tardato a festeggiare la sua prima medaglia. Edoardo Giordan, classe ’93, schermidore di Fiumicino, ha infatti conquistato il bronzo nella sciabola maschile categoria A. Giordan ha dominato la finale per il terzo posto, sconfiggendo l’ucraino Demchuk con un netto 15-7. Si tratta della sua prima medaglia paralimpica, un risultato che corona anni di sacrifici e impegno.
“È il giorno più bello della mia vita, il coronamento di un percorso fatto d’impegno e sacrifici, in cui non ho mai mollato. Sapevo di dover ripartire dopo una brutta sconfitta nei quarti di finale – ha detto emozionato Edo Giordan, portacolori delle Fiamme Oro – e sono tornato in pedana determinato, carico per prendermi un podio che volevo, e che sento di meritare. Grazie a tutto il mio team, alla mia famiglia, a tutte le persone che condividono con me questo percorso. Se potessi, dividerei questa medaglia in tanti pezzettini, uno per ciascuno di loro”.
Non è stata una giornata altrettanto fortunata per gli altri azzurri in gara. Nella stessa categoria, Matteo Dei Rossi si è fermato al settimo posto. Nelle prove della categoria B, Rossana Pasquino ha chiuso al nono posto tra le donne, così come Gianmarco Paolucci tra gli uomini. Anche nella sciabola femminile categoria A, le italiane hanno faticato: Andreea Mogos ha concluso all’11° posto, mentre Loredana Trigilia si è piazzata 14ª.
Il bronzo di Giordan rappresenta un importante inizio per la squadra italiana, che punta a continuare la sua corsa al medagliere nei prossimi giorni di competizione.
Edoardo Giordan e lo sport
A soli 20 anni, Edoardo Giordan ha affrontato una delle sfide più dure della sua vita: l’amputazione della gamba destra, resa necessaria a causa di una malattia erroneamente diagnosticata. Questo evento, che avrebbe potuto abbattere chiunque, ha rappresentato per lui non solo un colpo devastante ma anche un’occasione di rinascita. I dolori causati dalla malattia erano insopportabili, ma l’amputazione gli ha permesso di ritrovare una qualità di vita che sembrava perduta.
Lo sport ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella vita di Edoardo. Per nove anni è stato un nuotatore, e successivamente ha militato in squadre di calcio per sei anni. Nonostante la perdita dell’arto, la sua determinazione non è mai venuta meno. Anche nei momenti più bui, Edoardo è stato un punto di riferimento per chi gli stava vicino, offrendo conforto persino ai suoi genitori.
La voglia di riscatto e il tifo per la Roma
Il desiderio di riscatto e la voglia di vivere con uno sguardo nuovo, attento ai piccoli dettagli, sono diventati i suoi nuovi compagni di viaggio. A dargli la forza di reagire e a introdurlo al mondo della scherma è stato Andrea Pellegrini. Quest’ultimo ha visto in Edoardo un grande potenziale, fornendogli il sostegno morale necessario e insegnandogli a vedere la protesi non come un limite, ma come un semplice strumento.
Romanista nel cuore, Edoardo ha sempre ammirato Francesco Totti, una figura che incarna determinazione e passione, qualità che lui stesso ha saputo far proprie nella sua straordinaria rinascita. E adesso è arrivata la medaglia a coronare la sua forza di volontà. Ma questo è solo il primo passo di una strada ancora molto lunga.