Parco della Madonnetta, il bando va deserto come da copione. Cittadini e associazioni furiosi con il Pd: ‘Vergogna, chiedete scusa’
La profezia si è avverata. E il bando, così come in tanti temevano, è andato deserto. Parliamo del Parco della Madonnetta, un rettangolo di verde che si estende per ben 21 ettari nel X Municipio, tra di via di Macchia Saponara e via di Acilia, nell’omonimo quartiere. Quello stesso parco che, inizialmente, era uno dei pochi Punti Verdi di Qualità in regola di Roma, un progetto che poi si è rivelato fallimentare dell’amministrazione capitolina, istituiti nel 1995 dalla Giunta Rutelli.
E lo stesso parco dove, il 26 febbraio 2021 ha trovato la morte il 16enne Riccardo Pica, inseguito da un clochard armato di spranga. Troppo grande la paura per quello che stava accadendo. E un malore lo ha fatto crollare a terra, nonostante la giovanissima età.
La delibera
Ma prima che il parco diventasse un ricovero per senzatetto era un fiore all’occhiello per il quartiere e non solo. E i cittadini speravano che le promesse di un anno fa – quando il Comune di Roma ha approvato la delibera propedeutica al bando – fossero almeno per una volta realtà. E invece no.
Quella volta, pur di mettere al bando “baracca e burattini”, nel testo della delibera era stato affermato che “nel Parco della Madonnetta le Opere Pubbliche realizzate all’interno sono da considerare tutte ‘urbanisticamente legittime’, in conformità alla destinazione urbanistica all’epoca”. Peccato che, in precedenza, lo stesso Comune le avesse definite invece in gran parte abusive.
Parco allo sbando per 9 anni
Il parco era stato lasciato allo sbando per 8 anni, poi, improvvisamente, era stato deciso di farlo diventare l’apripista dei “parchi integrati urbani”, con un progetto da circa 12 milioni di euro. Ma chi potrebbe investire una simile cifra, quando tutt’intorno ci sono già impianti sportivi già avviati? Le cifre ipotizzate dal Comune, infatti, già lo scorso anno (le avevamo analizzate con il precedente gestore) risultavano assolutamente fuori da ogni realtà.
“Si cerca un imprenditore che possa investire quasi 12 milioni di euro, con un piano di rientro su 23 anni. Si ipotizzano 80 milioni di incasso, che equivalgono a 3.478.260 l’anno, quindi 289.855 al mese. Ma se io sono andato in difficoltà perché il bacino d’utenza di quella zona è saltato, chi potrà mai investire una cifra di quel genere?”, aveva domandato ad agosto dello scorso anno Andrea Ciabocco, ex gestore dell’impianto.
L’apertura delle buste
E ora, appunto, all’apertura delle buste, il 23 luglio, il vuoto cosmico. Nessuno che avesse la cifra spicciola di 12 milioni di euro. Il piano per far diventare quello della Madonnetta il primo dei “Parchi Urbani Integrati” della Capitale prevedeva un investimento iniziale di 12 milioni di euro, ricavi pari a 80 milioni e 832mila euro, in un arco temporale di concessione di 23 anni. Ma, appunto, non si teneva conto di quella che è stata la crescita demografica della zona, delle altre realtà sportive, culturali, associative. Né, soprattutto, del degrado che negli ultimi 9 anni ha devastato l’area, portandola alla decadenza.
L’ottimismo dell’assessore Tobia Zevi
Da mesi l’Assessore al Patrimonio e delle politiche abitative Andrea Tobia Zevi, promotore della delibera, si mostrava ottimista in merito al progetto. Malgrado le associazioni e i cittadini avessero più volte mostrato le loro perplessità. Costi troppo alti e, soprattutto, un’esperienza pregressa – quella del gestore precedente – fallito proprio per l’impossibilità di gestire da solo un’area così grande (e della mancata fideiussione del codice degli appalti, cosa che fece completamente saltare il piano economico-finanziario che il gestore aveva presentato).
Il fallimento e l’abbandono
Ciabocco quindi fallisce, nel 2015, e l’area inizia a versare in uno stato di abbandono sempre peggiore. Al posto delle famiglie subentrano clochard e sbandati. Invece degli sportivi arrivano disperati in cerca di una dose. Le strutture vengono vandalizzate, saccheggiate e incendiate in più di un’occasione. Poi la tragedia di Riccardo Pica, nel 2021.
E infine la decisione di riqualificare, ma non come viene chiesto da cittadini e associazioni.
Che avevano proposto di divedere l’area in 3 o 4 diverse attività, mettendo all’interno organizzazioni come la protezione civile o il centro anziani, in modo che ci fosse anche un risvolto sociale, oltre che economico, attraverso attività commerciali e sportive.
Comitati e cittadini a difesa del parco
Centinaia di persone si erano battute per questa idea e in difesa di Andrea Ciabocco, arrivando addirittura a creare un Comitato, “Salviamo il parco della Madonnetta”.
“La montagna ha partorito il topolino – commenta Giorgio Semproni, tra i promotori del Comitato – Rispetto al Bando, che prevedeva un impegno imprenditoriale di 11 milioni circa, i progetti presentati per la risoluzione dell’annoso problema sono stati pari allo zero. L’estate scorsa la fazione dem del Pd organizzava un’assemblea davanti al parco alla presenza dell’assessore Tobia Zevi, dove quest’ultimo esponeva il progetto, presentandolo come una sicura risoluzione del problema.
Sia il sottoscritto che altri facevano presente, invece, che tale metodo avrebbe portato – viste le cifre – a nessun interessamento, e che probabilmente il passo successivo sarebbe stato un affidamento diretto a chi certamente non produrrà una soluzione di ripristino originale dell’area, ma sfrutterà la stessa per fini commerciali. E, quindi, probabile ulteriore cementificazione. Sarebbe onesto, ora, che gli stessi PD del tempo organizzassero una assemblea pubblica per chiedere scusa a tutti coloro che avevano pronosticato tale finale e alla popolazione di tutto il quadrante interessato”.
Parco di nuovo violentato
“Questo è il partito che presenta programmi per l’ambiente e per un green sostenibile. Se queste sono le avvisaglie, Dio ci salvi. Per l’ennesima volta bisogna ribadire che il Parco – una volta fiore all’occhiello dei progetti Pvq – è stato di nuovo violentato, alla faccia di chi aveva investito e fatto diventare lo stesso un esempio di interazione pubblico privato, e poi ingiustamente sfrattato”.
“E per finire, il Parco doveva essere intitolato al ragazzo che ha perso la vita per mano di un clochard “residente” abusivamente in loco. Ecco, vergogna, lo avete ucciso di nuovo, avete ucciso la memoria e la speranza. Grazie Assessore Tobia Zevi, grazie sindaco Gualtieri. Grazie a tutti quei politici regionali locali e segretari Dem, che quel giorno all’assemblea avete difeso questa scellerata scelta. Se avete coraggio, tornate in piazza a chiedere scusa”, conclude Semproni.