Pass vaccinale, l’allarme di medici e Regione. ‘Decreto scritto con i piedi’

Non ci è andato morbido l’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Che sul pass vaccinale e la sua validità di appena sei mesi, ha dichiarato lapidario: ‘Il decreto e’scritto con i piedi’. E va assolutamente cambiato. Il problema è il tempo troppo breve per sottoporre chi è già stato vaccinato al terzo richiamo. E la difficoltà si potrebbe presentare soprattutto per medici e infermieri. Che in larga parte hanno avuto la seconda dose a fine gennaio. E che dunque prima dell’estate dovrebbero farne una terza.Anche semplicemente per potersi muovere tra le Regioni di diverso colore. O per potersi godere le meritatissime vacanze.

Ma ovviamente, la disponibilità dei vaccini non è sufficiente. Perché soltanto da domani sarà possibile prenotarsi per gli ultra 50enni fragili. Mentre proprio da lunedì, nel Lazio si aprirà il portale per i 59 enni e i 58 enni senza patologie specifiche. Insomma, la terza dose è veramente un miraggio. E per farla, si rischia di lasciare ancora per mesi senza nessuna copertura migliaia di altre persone. Così D’Amato chiama in soccorso anche la scienza. Tutti gli studi dimostrano che la copertura dura almeno otto mesi, ha ribadito l’assessore. Ma intanto, pass e green card andranno cambiati. Ammesso che arrivino davvero in tempi brevi. Perché ancora i medici di base non ne sanno nulla.

Ancora caos vaccini. Sito in tilt, e le prenotazioni sono un miraggio

Sei mesi per il terzo richiamo sono fuori dalla realtà. Così il pass vaccinale non funziona

Le sei mensilità  previste  per il terzo richiamo vaccinale sono troppo poche.  E il pass vaccinale va cambiato, portandone la validità ad almeno otto mesi. Questo l’allarme lanciato dalla Regione Lazio, direttamente al governo nazionale. Ma intanto. nessuno sa davvero come funzionerà questa nuova certificazione. Che ci dovrebbe consentire di muoverci anche tra Regioni di colore diverso. Non solo per motivi di salute, ma anche per divertimento e turismo. O magari di accedere più facilmente a qualche spettacolo. Le bozze che circolano, parlano di tre fasi. Nella prima, sarebbe sufficiente un’autocertificazione. Attenzione però, chi dichiara il falso potrebbe addirittura essere arrestato. Poi si dovrebbe passare a una ricetta dematerializzata, rilasciata dalla Asl o dal medico di base. E infine a un’app sullo smartphone. Che speriamo funzioni meglio di quanto non abbia fatto Immuni.

Ad oggi però, siamo ancora in alto mare. Sperando che già nei prossimi giorni, arrivi il mezzo milione in più di vaccini promessi. Che potranno essere somministrati dai medici di base e negli hub autorizzati. Ma non ancora in farmacia, chissà perché. Intanto, dopo la Nuvola all’Eur, le Vele a Tor Vergata e Fiumicino, ha aperto anche il nuovo hub vaccinale di Valmontone. Con il siero monodose della Johnson&Johnson. Mentre rimangono non vaccinati nel Lazio oltre 20 mila anziani ultra 80 enni. Una zona grigia pericolosa, per cui è allo studio un maxi richiamo telefonico. Con la disponibilità dei medici di recarsi a casa delle persone più anziane.

Infine, gli ultimi dati del contagio. Con la curva che torna a risalire, con 1266 nuovi casi ieri. Ben 45 in più, in attesa delle riaperture. Che vogliamo tutti, ma che fanno anche un po’ paura.

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/pass_vaccinale_quanto_dura_come_funzione_alessio_d_amato_deve_durare_piu_6_mesi_ultime_notizie_news-5920316.html