Pass vaccinale, ora è caos. E la FIMMG invita i medici di base a non rilasciarli
È sempre più caos sulla vicenda del ‘green pass’, anche noto come ‘pass vaccinale’. Quella certificazione magica, che potrebbe consentirci di goderci più facilmente le imminenti vacanze. E di muoverci anche tra regioni di diverso colore, arancioni o rosse che siano. Come debba funzionare però il pass, ancora nessuno lo sa di preciso. Sembra che almeno all’inizio, possa essere una semplice certificazione cartacea. In attesa che venga sviluppata un’app da installare sul proprio smartphone. Esperimento già visto con Immuni, e miseramente fallito. In questo caso però, è arrivata anche la bacchettata del Garante per la privacy. Che ha detto espressamente, come non si possa imporre l’obbligo di rendere noto e pubblico il fatto di essere stati vaccinati. O di avere avuto il covid. Senza ledere appunto i principi inviolabili della riservatezza sui dati personali prevista e tutelata dalla legge. Ma c’è anche un altro punto sostanziale. Che ha fatto infuriare i medici di base. Tanto da indurre la FIMMG a una dura presa di posizione. Infatti, i dottori dovrebbero rilasciare un certificato anche per propri mutuati, che però abbiano fatto il vaccino presso un’altra struttura autorizzata. Cosa che ovviamente, gli stessi medici non sono disposti a fare. Così è tutto fermo. E anche gli operatori del turismo lanciano l’allarme.
Pass vaccinale, l’allarme di medici e Regione. ‘Decreto scritto con i piedi’
Il green pass è in ritardo. Nessuno sa come funziona, e i medici di base per ora non lo rilasciano. Così la stagione turistica rischia di fallire
L’unica cosa che si sa con esattezza sul ‘green pass’, è chi ne avrebbe diritto. I vaccinati che abbiano già avuto entrambe le dosi (una per Jhonson&Jhonson), chi ha contratto il covid nei sei mesi precedenti ed è guarito, e chi si sottopone al tampone. Ma solo nelle 48 ore precedenti allo spostamento. Per il resto, è buio fitto. Alcune Regioni come il Lazio hanno già iniziato a fare una banca dati, che per quanto riguarda il nostro territorio avrebbe ‘mappato’ 500 mila persone. Ma poi, chi rilascia il certificato? La FIMGG è stata chiara. Invitando “i medici di famiglia a soprassedere al rilascio di certificazioni inerenti il Green Pass in attesa di maggiori chiarimenti. Tutto questo a seguito del provvedimento di avvertimento in merito ai trattamenti effettuati relativamente alla certificazione verde per Covid-19 prevista dal decreto 22 aprile 2021, n° 52-23 aprile 2021 da parte del Garante per la protezione dei dati personali”. Lo Snami, altro sindacato di settore, è stato ancora più chiaro. Lamentando che “il tutto comporterà una serie di richieste nei nostri confronti, con un ulteriore aggravio burocratico, seppur in regime libero professionale”
Preoccupazioni sono state avanzate anche Federalberghi, perché senza pass vaccinale, le prenotazioni potrebbero slittare. E ritardare ulteriormente la ripresa di un settore, che vale oltre 11 miliardi di Pil per l’Italia. Mentre da più parti, si richiede di prorogare la validità dei certificati ad otto mesi. Per evitare che già a luglio, il personale sanitario debba essere richiamato per una terza dose. Insomma, come era prevedibile su un punto così importante e delicato, siamo nel caos più completo.