Patrick Zaki libero. Anche di essere maleducato con l’Italia
Ora che è libero Patrick Zaki non piagnucola più e se ne frega di chi lo ha sottratto alla galera egiziana. A parte il contrattempo che lo costringe a rinviare viaggio e festa di Bologna di un paio di giorni, l’eroe celebrato da tutti si è scordato un minimo di galateo. L’Italia si è spesa per lui ma se ne infischia altamente, visto quel che si è appreso.
Non volevamo crederci. Ma leggere che Patrick Zaki, da cittadino libero perché graziato dall’Egitto, ha rifiutato il volo di Stato per venire in Italia, ci ha infastidito non poco.
Libero e scostumato, Patrick Zaki
Zaki ha fatto sapere di voler viaggiare su un volo di linea e di non voler incontrare le autorità italiane. Ha avuto il terrore di una foto con la Meloni? Preferiva tornare in prigione?
Davvero mancano le parole, se non di indignazione, di fronte a tanta tracotanza. Parliamoci chiaro: a Palazzo Chigi non stanno certo spargendo lacrime per la cafonata dell’egiziano, ma dire di no agli onori dello Stato decisivo per liberarlo, fa oltrepassare il senso della misura.
Trovi le parole per scusarsi
E spero che Zaki possa trovare le parole anche per scusarsi con il governo della nostra Nazione, oltre che ringraziarlo per ogni giorno della sua vita.
Perché lasciare per strada tracce di autentica maleducazione è davvero insopportabile. Non è un gesto di “indipendenza” la volontà di non incontrare le autorità. Naturalmente, in Italia è libero di comportarsi come crede. Ma ci sono cittadini, milioni di persone, che sono contenti del lavoro che le nostre autorità hanno compiuto per evitare ancora altro carcere allo studente egiziano.
E si sceglie invece il comportamento peggiore. Quello più scostumato possibile.
Il governo italiano se ne farà una ragione. Chi fa il proprio dovere non lo compie certo per ricevere un mazzo di fiori. Ma resta inqualificabile quanto si è appreso e certo non fa pentire nessuno di aver sofferto per la sua liberazione. È l’amaro in bocca che non se ne va, tutto qui.