Patto criminale tra albanesi e clan: ecco le intercettazioni che svelano il ruolo dei Casamonica e “Diabolik”
Patto criminale tra famiglie albanesi e clan romani come Casamonica o Spada per mettere le mani su Ostia. Ma escono le intercettazioni, e l’avvocatessa dei clan viene arrestata. Nel grosso centro sul litorale romano funzionava così. I clan, coadiuvati dalla manovalanza albanese, controllavano le attività criminali. Ma quando i vari clan hanno iniziato a contrastarsi per il controllo del territorio, a colpi di pistola, aggressioni e incendi, il livello dello scontro si è alzato. La “pace” andava risatbilita sul litorale. E sono intervenuti i “pezzi grossi”. Ossia Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, assassinato ad agosto nel parco degli Acquedotti a Roma, e Salvatore Casamonica. I due hanno incontrato l’avvocatessa Lucia Gargano in un ristorante a Grottaferrata, dove Piscitelli doveva dimorare. Era il 2017.
Patto criminale, ecco i retroscena
La conveversazione tr ai tre è contenuta nell’ordinanza cautelare del gip Corrado Cappiello con cui ha disposto i domiciliari per l’avvocato Lucia Gargano. Il gip inoltre ha emesso una ordinanza cautelare in carcere per Salvatore Casamonica, già detenuto. La Procura di Roma, dopo le indagini condotte dai pm della Dda di Roma Ilaria Calò, Mario Palazzi e Giovanni Musarò, sotto la direzione del procuratore Michele Prestipino, contesta a Casamonica e Gargano il reato di concorso in associazione a delinquere di stampo mafioso.
Patto criminale: “La guerra non conviene a nessuno…”
Il fartto è che una guerra tra gruppi criminali a Ostia non sarebbe convenuta a nessuno. I clan romani utilizzavano “manovalanza” albanese per effettuare le intimidazioni. Per questo scesero in campo Fabrizio Piscitelli e Salvatore Casamonica. I due erano consapevoli della ”necessità di pacificare la situazione” come scrive il gip. Gli “affari” erano a rischio. “Sì vabbè, dai, risolviamo questa cosa! anche perchè poi… non conviene a nessuno penso io no Fabrì?” afferma Casamonica. I due inoltre ”dichiaravano apertamente che stavano fungendo da ”garanti” di un accordo tra i due gruppi contrapposti, sottolineando l’importanza del suo rispetto”.
Il ruolo dell’avvocato Lucia Gargano
La vicenda è complessa. Un ruolo importante da trait d’union per suggellare la pace l’avrebbe avuto l’avvocato Gargano. In qualità di legale ha potuto parlare con esponenti del clan Spada. ”A tal riguardo, Fabrizio Piscitelli – si legge nell’ordinanza- si rivolgeva all’avvocato Gargano e, facendo esplicito riferimento ad una ”lettera” che aveva scritto ad una terza persona relativamente a ”questa situazione dì Romolo di Ottavio”, chiedeva ”tu gliene hai parlato?”. Dimostrando di aver compreso, l’avvocato Gargano rispondeva immediatamente di averne parlato con Romolo, cioè con Carmine Spada, detto Romoletto (”io gliene ho parlato con Romolo ho parlato”). In quanto avvocato, infatti, la Gargano poteva parlare con tutti gli attori della vicenda.
”Si ritiene evidente che nel dicembre del 2017″ Salvatore Casamonica, Lucia Gargano e Fabrizio Piscitelli “con la loro condotta diedero un consapevole e rilevante apporto per la conservazione e per il consolidamento delle capacità operative del clan mafioso degli Spada”. E’ quanto scrive il gip nell’ordinanza che ha portato ai domiciliari l’avvocato Lucia Gargano e ha disposto la custodia cautelare per Salvatore Casamonica, già detenuto al 41 bis. Infatti dopo il patto criminale di Grottaferrata le violenze e le intimidazioni a Ostia si interruppero.