Pd, Schlein comanda e nascono nuove correnti…
Nel Pd comanda Elly Schlein e Bonaccini è costretto a fare la parte di chi mendica posti per i suoi dopo aver incassato la presidenza – che a questo punto pare onoraria… – del partito.
Di più. Elly aveva annunciato la fine delle correnti, e intanto ne nasce una: da quelli del Pd che avevano sostenuto Stefano Bonaccini se ne sono andati una ventina di parlamentari, che si fanno chiamare Ulivisti 4.0.
Nel Pd Schlein umilia Bonaccini
Insomma, per il Pd dopo la novità è sempre la stessa storia. Chi arriva primo vuole dominare sul resto della compagnia; gli altri, dopo i telegrammi di auguri, fanno i loro passi per pretendere posti.
Già, perché anche dopo la vittoria della Schlein, il tema principale è l’organigramma. A partire dai capigruppo, su cui Bonaccini suggeriva prudenza mentre Elly vuole procedere come un carro armato di Putin verso Kiev.
Ma le truppe dello sconfitto delle primarie non ci stanno, i telefoni cellulari sono roventi.
Il governatore emiliano ha dato un ultimatum alla segretaria del partito: entro lunedì dacci una risposta, le ha intimato.
Fioccano i vaffa
E dagli ambienti più vicini alla leader fioccano i vaffa all’indirizzo di chi ha perso. Il che sommato all’esito contraddittorio delle primarie – Bonaccini vincente nei circoli degli iscritti, la Schlein con gli elettori – il quadro che ne esce è abbastanza complicato.
Poi, è ovvio che un’intesa dovranno per forza trovarla, anche per non farsi sbertucciare dagli alleati di opposizione, a partire da Giuseppe Conte, che sta vivendo malissimo i sondaggi. Ma se la rissa interna continua, è evidente anche che i numeri oggi favorevoli si ridimensioneranno. È il destino amaro di un Pd che non riesce a fare pace con se stesso.
E non stanno ancora parlando di tesi politiche in modo approfondito: si picchierebbero duramente.
E il rischio scissione si farebbe incombente anche se nessuno ha voglia di ammetterlo.