Pendolaria 2025, Roma-Viterbo e Metromare tra le peggiori ferrovie d’Italia
La fotografia scattata dal dossier “Pendolaria 2025” di Legambiente, presentato questa mattina a Roma, dipinge un quadro allarmante del trasporto ferroviario nel Lazio, con linee come la Roma-Viterbo e la Metromare annoverate tra le peggiori d’Italia. I disservizi cronici, la vetustà dei convogli e l’incapacità di effettuare interventi strutturali tempestivi hanno portato a una perdita di passeggeri del 34% negli ultimi 15 anni, costringendo molti utenti a optare per mezzi privati con conseguenti impatti negativi sull’ambiente e sulla viabilità.
Problemi strutturali e gestionali
I convogli delle linee ex concesse, gestite da Cotral, hanno un’età media di 33 anni, quasi tre volte quella dei treni Trenitalia che percorrono le linee regionali (12,7 anni). L’età media complessiva dei treni nel Lazio, invece, si attesta a 17,5 anni, superiore alla media nazionale di 14,8 anni, un dato che penalizza efficienza, sicurezza e comfort.
Declino dell’utenza
Nonostante il Lazio sia tra le regioni con il maggior numero di corse giornaliere, 1.245, i disservizi su alcune tratte, hanno portato a una feroce contrazione del numero di utenti al giorno. Da oltre 600mila utenti del 2009, in soli 15 anni, il numero di viaggiatori è calato di 250mila unità, arrivando a registrare solo 350mila passeggeri. Un record negativo con una contrazione del 34% di utenza che fa della Regione la terzultima tra quelle dove le persone lasciano il trasporto su ferro, preferendo il mezzo privato, inquinando e aumentando la congestione stradale. Dati allarmanti da dove si evince anche che i convogli ferroviari in regione sono più vecchi rispetto alla media nazionale.
Soppressioni e ritardi
Sulla Roma-Viterbo, intanto, nei soli primi 10 mesi del 2024 si sono registrati già oltre 5mila corse soppresse alle quali si aggiungono i 7mila stop ai convogli del 2023. Non va meglio sulla Metromare dove si contano appena 6/7 treni operativi e una chiusura di lavori lungo la linea prevista entro la primavera 2023 e slittata a fine 2025 con buona pace dell’efficienza del servizio.
Infrastrutture obsolete e non resilienti
Le linee del Lazio, già inadeguate in condizioni normali, sono estremamente vulnerabili a eventi climatici estremi, con Roma che ha registrato 36 eventi di interruzione del servizio legati al cambiamento climatico, il numero più alto in Italia.
Necessità di interventi strutturali
“I nuovi dati di Pendolaria evidenziano chiaramente che alla discesa della qualità del servizio nel Lazio, corrisponde quella dei viaggiatori, con buona pace della qualità ambientale e delle terrificanti congestioni stradali che viviamo tutti i giorni – dichiara Roberto Scacchi, responsabile nazionale mobilità di Legambiente e Presidente di Legambiente Lazio – mentre linee cruciali per la Capitale, come Roma-Lido e Roma Nord, continuano a essere in gravissima difficoltà. Qualche buona notizia c’è nella Capitale con i nuovi tram previsti dopo oltre vent’anni duranti i quali non si è visto alcun cantiere, ma sul fronte prettamente ferroviario, il disinvestimento sul progetto per la chiusura dell’anello ferroviario arrivata dal Ministero dei Trasporti negli scorsi mesi è allucinante, se pensiamo al gap reale che la Capitale dovrebbe coprire per adeguarsi agli standard europei, se pensiamo alla condizione invivibile delle strade con lo stradominio delle autovetture private e se pensiamo dalla necessità di garantire il diritto alla mobilità e all’aumento della qualità ambientale”
Mobilità a due velocità nel Lazio
“Nel nostro territorio siamo di fronte a una mobilità a due velocità, se da un lato le otto ferrovie regionali non sono di certo le migliori possibile, dall’altro dalle cosiddette ex concesse continuano ad arrivare notizie di condizioni di viaggio vergognose – aggiunge Amedeo Trolese, Responsabile Mobilità Legambiente Lazio – come se non bastasse, la terza ferrovia ex concessa lungo la Casilina è sparita completamente e nonostante l’impegno dell’amministrazione comunale per farla rinascere come Tram Termini-Tor Vergata, siamo ancora fermi anche a causa di pareri sfavorevoli assurdi. Sul fronte delle tariffe, lo stop all’aumento del biglietto giornaliero romano è una notizia molto positiva che auspicavamo da tempo e se le istituzioni regionali hanno trovato il modo per fermarlo non possiamo che esserne soddisfatti visti anche i mille disagi nel quale i romani sono immersi quotidianamente”.