Peruviani col Covid nel palazzo occupato alla Garbatella
Altro pericoloso focolaio di Covid-19, ma stavolta alla Garbatella e in uno stabile occupato, quello di piazza Attilio Pecile dove un’intera famiglia di peruviani risulta positiva al test. Il capofamiglia e’ ora al Columbus. La madre con i figli – il più piccolo è quello che ha contagiato i suoi congiunti – ricoverati a Polidoro.
Ovviamente nella zona c’è paura, perché si tratta di di una struttura senza alcuna garanzia di tutela della salute pubblica. Bagni in comune, promiscuità, è solo immaginabile che cosa possa essere accaduto in uno stabile privo di controlli.
Una intera famiglia di peruviani colpita dal Covid
Parliamo di un palazzo dove c’è era la sede della Asl Roma C poi dismesso. Ed è occupato da Action – la “specialista” dell’estrema sinistra nelle occupazioni – dall’aprile del 2013.
Tempo addietro la struttura balzò alle cronache perché si parlò di precisi doveri stabiliti per chi ci abita. Non quelli che toccano ai cittadini che pagano le tasse. Ma vessazioni e minacce per chi non sta ad uno speciale regolamento che prevede anche l’espulsione da parte di un comitato che decide anche chi deve e lavorare, quando e come.
Qui, nel paradosso dell’illegalità, l’etnia di occupanti che ha preso il potere, quella degli africani, si è inventata persino un “regolamento interno”. Ad esso le 45 famiglie – di qualunque nazionalità – che occupano lo stabile devono attenersi, pena lo sfratto per disobbedienza. Lo raccontò Affari italiani.
Palazzo occupato da Action: comandano gli africani
Il regolamento è semplice: intanto chi occupa deve pagare il cosiddetto “fondo cassa”, cioè la quota obbligatoria che va versata ad Action e che garantisce l’assistenza legale gratuita. E chi “per fame” non riesce, finisce all’indice, cioè sull’elenco appeso nell’androne del palazzo che elenca nome e cognome dei “condomini” in ritardo con i versamenti delle quote e il relativo debito. Sempre il fantasioso regolamento che profuma di ossimoro in un palazzo dove la costituzione si regge sull’anarchia, partorisce strani turni di lavoro.
Chi occupa viene chiamato dall’organizzazione a svolgere lavori esterni misteriosi, tra i quali anche l’assistenza per predisporre sopralluoghi finalizzati ad altre occupazioni.
Il “foglio di lavoro” appare il venerdì sera con le convocazioni per il giorno successivo e chi non obbedisce finisce nella ista nera.