Peschereccio affondato a Fiumicino, i funerali di Massimo e Claudio Di Biase: ‘I fiori gettateli nel loro amato mare’
Erano nel loro amato mare, stavano inseguendo la loro passione, la pesca, quando domenica 22 dicembre, mentre tiravano su le reti, le condizioni meteo sono peggiorate all’improvviso. In meno di venti minuti, le onde alte più di due metri hanno colpito la loro barca, ribaltandola. E Massimo e Claudio, padre e figlio con quella tradizione familiare tramandata, hanno perso la vita. In un modo tragico, mentre facevano quello che più amavano. Nonostante le numerose chiamate al 1530, il numero delle emergenze in mare, e il rapido intervento della capitaneria di porto di Fiumicino, con motovedette, sommozzatori e un elicottero dell’Aeronautica Militare, il destino di Massimo e Claudio era già segnato. E per loro non c’è stato nulla da fare.
Ora a distanza di giorni dalla tragedia, che ha spezzato le vita di padre e figlio di 62 e 29 anni conosciutissimi a Fiumicino e a Ostia, dove avevano la pescheria, ci sarà l’ultimo straziante saluto.
I funerali di Massimo e Claudio Di Biase a Fiumicino
L’ultimo saluto, come ha spiegato la figlia di Massimo e sorella di Claudio, si terrà mercoledì 15 gennaio, tra una settimana, alle 11.30, nella chiesa Santa Maria Porto della Salute di Fiumicino, in via di Torre Clementina al civico 72. “Come da loro volontà, vi preghiamo di non donare fiori. Nell’eventualità ci sia forte desiderio di portare un omaggio floreale, vi chiediamo di lasciarli ai pescatori sul molo e chiedere loro di gettarli in mare, quel mare da loro tanto amato che li ha portati via dalla vita terrena”.
Un messaggio, un grazie per il sostegno, poi la foto di padre e figlio sorridenti. E tanti, tantissimi, commenti di chi li conosceva e li ricorda con affetto. Due grandi uomini, che hanno perso la vita nel loro mare, mentre lavoravano.
La tragedia del peschereccio affondato
Tutto è accaduto in pochissimi istanti, in una domenica prima di Natale. Padre e figlio, che portavano avanti la tradizione familiare, si trovavano in mare quando la loro imbarcazione, il peschereccio “Sette Fratelli”, è stata rovesciata dalle onde mentre erano al largo tra Focene e Fregene. Dopo quattro disperate ore di ricerche, i loro corpi sono stati trovati: il primo sulle spiagge di Focene, mentre il secondo è stato notato poco dopo dall’elicottero. Un epilogo tragico che ha sconvolto l’intera comunità di Fiumicino e Ostia, dove i due uomini erano conosciuti e stimati.
“Devi venire per mare con noi, ti piacerebbe scoprire anche questa realtà” – diceva Claudio, fiero, a un’amica. Un ragazzo che tutti ricordano come gentile, a modo, corretto, giovane e responsabile. Per lui quel lavoro era una passione, un modo per stare con papà Massimo, liberi nel mare. Quel mare che tanto amavano e che li ha portati via.